Repressione anti-anarchica

A seguito dello scoppio avvenuto in una caserma dei parà della Folgore è scattata un’operazione repressiva smisurata e sicuramente non improvvisata. Sulla reale paternità dell’attentato “postale” non c’è niente di scontato, se non le tante versioni contraddittorie fornite dagli organi di disinformazione, mentre appaiono più che evidenti i suoi effetti. Infatti, a seguito dell’immediata montatura anti-anarchica sono state compiute decine di perquisizioni e arresti in varie località d’Italia di numerosi compagni/e noti per la loro attività contro ogni oppressione. L’aver soltanto messo piede al circolo Fuoriluogo di Bologna, ad esempio, implica automaticamente la persecuzione giudiziaria. Che dire…nulla da invidiare alle retate promosse dagli apparati di polizia politica nel ventennio fascista contro gli oppositori al regime. Se chi è al potere esige per sè garantismo, diritto alla riservatezza, il rispetto delle procedure legali, quando si tratta di oppositori non si esita a processare persino le intenzioni. L’inconsistenza delle accuse emerge proprio dalle cronache-veline pubblicate sulla stampa miranti ad amplificare la pericolosità sociale delle compagne e dei compagni coinvolti con accuse costruite in modo surreale, tra le quali l’essere in contatto tramite la redazione del foglio di critica anarchica (definito addirittura clandestino, solo in base alle leggi sulla stampa ereditate dal codice fascista) “InVece”, proprio mentre in questi giorni vari noti quotidiani hanno fornito dettagliate istruzioni su come fabbricare buste esplosive “Fai da te”. E’ un gioco sporco e chi ha a cuore la libertà deve saperlo smontare.

Solidarietà a tutt* * compagn* aggrediti dallo Stato.

Durito

Etciù Danke