Comunicato di solidarietà contro la repressione feroce di Torino.

Da Exarchia a Torino, sembra una gara fra polizie europee per chi reprime di più un dissenso naturale e legittimo nei confronti di una società basata sullo sfruttamento. La macchina della repressione continua verso chi ostenta pratiche anti-autoritarie e autogestionali.
A Torino le “truppe dal manganello facile” hanno sfondato le porte di tre case occupate, un centro sociale e alcune abitazioni private, e, non paghi, hanno arrestato tre compagni.
Nell’immancabile e colpevole silenzio di partiti e movimenti ben inquadrati nel sistema, gli anarchici sono puntualmente facile bersaglio della violenza repressiva dello Stato. D’altronde è necessario impedire che una visione diversa, antiautoritaria ed egualitaria possa minare le fragili fondamenta sulle quali il sistema si basa, soprattutto in un momento di profonda crisi come questo.

Aranea esprime la massima solidarietà e complicità ai compagni duramente colpiti dal pm Rinaudo e dai politici che ne muovono i fili.

Aranea – rete di comunicazione anarchica veneta

Solidarietà all’Arcadia

Sabato 10 aprile polizia, carabinieri e vigili urbani hanno bloccato tutte le vie di accesso allo spazio autogestito “Arcadia” di Schio (Vi), fermando e schedando tutte le persone che vi accedevano a piedi.

Lunedi’ 15 persone schedate durante la serata, estranee al collettivo di gestione dell’Arcadia, sono state convocate dal maresciallo, tramite cartolina consegnata a casa, per essere sottoposte a interrogatorio.
Durante queste “interviste” in caserma sono state chieste informazioni sullo spazio.

Pare che questo blitz sia stato ordito, e presumiamo ordinato, dai “rappresentanti” dei vicini leghisti che da anni conducono una guerra contro lo spazio.
La scusa per la spedizione punitiva e’ stato un articolo di giornale inerente alla presenza di un concerto punk svoltosi di sabato 3 aprile.

Sabato scorso e’ stata messa in scena la miglior sceneggiatura anti-libertaria come non si vedeva da tempo nell’alto vicentino, dove le “forze dell’ordine” hanno svolto il ruolo di forza armata al servizio di non si sa bene chi.

Constatiamo ancora una volta come la democrazia sia solo un paravento, strumento di chi “vince” le elezioni e di nascosti registi per dettare le proprie regole e stili di vita (senza, ovviamente, considerare chi le urne le ha disertate), incuranti della libertà degli individui tutti.

Come anarchici ribadiamo la critica rivoluzionaria verso ogni forma di potere e oppressione, ed esprimiamo la massima solidarieta’ a quanti frequentano e autogestiscono l’Arcadia.

ARANEA – Rete veneta di comunic-azione anarchica

L’anarchia non è obbligatoria

Solchiamo tempi strani, dove poche bussole non risultano impazzite.

Questa perdita d’orientamento riguarda anche coloro che si avvicinano all’anarchismo non tanto per una consapevole conoscenza e condivisione del pensiero anarchico -e una conseguente adesione al movimento libertario ed alle sue pratiche- ma piuttosto sull’onda di una generica insofferenza verso l’esistente e una viscerale ripulsa verso i partiti ufficiali e la cosiddetta “politica”.

Simile atteggiamento infatti, storicamente definito come qualunquismo, non ha niente di rivoluzionario e da sempre è utilizzato da destra per legittimare la necessità di “una mano forte” per mettere fine alle “eccessive” libertà individuali, politiche, sindacali… formalmente riconosciute dalla democrazia.

Secondo tale approssimata visione – ossia il populismo- alla casta dei politici corrotti (di ogni colore) si contrappone il popolo onesto e vessato. Tale contrapposizione è mistificante per varie ragioni: in primo luogo il “popolo” è una categoria indistinta e interclassista che unisce sia Berlusconi che l’ultimo dei miserabili in quanto “ugualmente” italiani: il popolo -come la gente o la moltitudine- è tutto e nessuno.

Non è un caso che il partito delle destre si chiama Popolo delle Libertà.

In secondo luogo, se la causa delle ingiustizie sociali viene principalmente individuata nell’esistenza dei partiti, i capitalisti e il sistema economico dominante risultano non solo assolti ma persino resi invisibili.

Inoltre, accettando in modo acritico la categoria mitica del “popolo” si finiscono per ignorare le relazioni di servitù volontaria, subalternità culturale e complicità col potere che, purtroppo, anche buona parte del “popolo” accetta e perpetua.

Non è un caso che, fin dagli anni Venti e Trenta, questo dirsi “né di destra né di sinistra” è stato il brodo di cultura dell’infezione nazifascista,

In un certo senso, in molti finiscono per simpatizzare per l’anarchia in modo del tutto analogo con il quale potrebbero approcciarsi a movimenti d’opinione telecomandati, sul tipo di quello sponsorizzato dal guru Grillo o il cosiddetto “popolo viola”, dentro cui si mescolano elementi di sinistra (pochi) e di destra (molti).

L’aspetto che di norma si tende ad ignorare è che, a differenza di simili estemporanei fenomeni comunque interni alla politica-spettacolo, l’anarchismo non è un vuoto a perdere, buono per tutti gli usi; ma un’esperienza storica di radicale opposizione, con una sua progettualità per la sovversione sociale forte di oltre 150 anni di lotte proletarie, volontà individuali di rivolta e insurrezioni collettive.

E se il movimento libertario, nella sua molteplicità di approcci e tendenze, offre disponibilità al confronto e riconosce come compagni di lotta anche chi non condivide le idee anarchiche, questo non significa affatto che sia un ombrello sotto cui porre qualsiasi interpretazione personale dell’anarchia.

Personaggi ambigui, ad esempio, come uno Sgarbi o un Massimo Fini si sono sovente dichiarati anarchici; ma aldilà di questa professione ormai quasi di moda, contano le loro scelte e affermazioni politiche: autoritarie, reazionarie, sessiste e comunque volte alla sopraffazione.

Per di più il primo è da sempre sul carro berlusconiano, mentre il secondo dimostra il proprio ribellismo scrivendo su quotidiani borghesi, sulla rivista della Bocconi nonché libri contro le donne per una casa editrice parafascista.

Invece l’anarchismo è, in primo luogo, una precisa scelta di campo: una scelta partigiana.

Si può essere individualisti o comunisti, organizzatori o antiorganizzatori, educazionisti o insurrezionisti, ma comunque certi presupposti sono fuori discussione perché definiscono l’anarchismo stesso.

Nessuno/a è obbligato a condividerli, ma sia chiaro che chi non vi si riconosce si colloca fuori dall’anarchismo.

Il rifiuto coerente di ogni potere (politico, militare, religioso…) e di ogni sfruttamento (sia questo capitalista o statale), di tutte le discriminazioni (razziste, di genere…), delle diverse forme di coercizione (polizie, leggi, carceri, lager, sedie elettriche, torture, repressione, proibizionismo…) non sono un “optional”, bensì punti fermi di un pensiero davvero alternativo e antagonista al dominio.

La libertà non ammette limitazioni da parte dei suoi nemici.

Fuori da questi paletti c’è l’autoritarismo comunque mascherato o l’illusione riformista, ossia la convinzione di poter pacificamente umanizzare l’inumano.

D’altra parte la libertà non è obbligatoria, così come nessuna/o è tenuto ad essere sovversivo.

Se ci sono molte persone che sostengono di credere in dio a modo loro perché sentono stretti i comandamenti e la morale cattolica, questo discorso non può essere quello di quanti si riconoscono nell’anarchia dato che questa non è una religione né un’ideologia, ma soprattutto un metodo.

Un metodo incentrato sull’autoemancipazione, attraverso l’impegno per l’autoformazione individuale, l’azione diretta e l’autogestione collettiva. Perché la liberazione è rivoluzione quotidiana, a partire dal proprio intessere relazioni e vivere in un mondo che certo non è il migliore possibile.

Chi imbocca altre strade, magari atteggiandosi ad “eretico” dell’anarchia, in realtà finirà per giungere dove lo portano queste strade e non dove questi sostiene di voler arrivare.

Il presente invece sembra dominato dalla “logica” della biscia: oggi si afferma una cosa, domani si sostiene serenamente il contrario, sempre adeguandosi al senso comune, evitando come la peste l’autocritica e cercando di svicolare il conflitto, perché… “in fondo tutti hanno tutti ragione”.

Il lunedì ci si professa antiproibizionisti e il sabato si manifesta con Travaglio agitando le manette per i politici pregiudicati; il martedì ci si dichiara “resistenti” e il giovedì si sostiene che l’antifascismo è un’anticaglia; il venerdì vorremmo strangolare Bossi o Berlusconi senza neanche renderci conto che ormai parliamo -e forse pensiamo- come loro.

Tutti si sentono in dovere di esprimere opinioni, ma ben pochi le trasformano in convinzioni, difendendole come tali: sarebbe già un passo avanti fare questa “piccola” rivoluzione.

CFG

Comunicato di solidarietà agli Antifascisti romani

Roma come Verona: i burattini del potere cominciano la loro campagna elettorale come meglio sanno fare, aggredendo a mano armata alle spalle chi vuole sbugiardare la loro collusione col potere politico e il potere economico.Da un lato chiedono sale pubbliche e parlano di pacificazione e dialogo, come e’ successo recentemente a Verona, dall’altro dimostrano di essere quelli di un tempo e di non avere altro metodo che l’aggressione fisica.

Sempre in nome del dialogo i politici bipartisan (la grande famiglia) concedono loro agibilità politica e i media dedicano loro documentari osannanti sul loro “impegno sociale”.Sotto la regia delle peggiori carogne fasciste romane e il “montaggio” dei migliori quotidiani della capitale continuano ad esprimere la loro frustrazione politica e sociale.

Sistematicamente da carnefici vengono traformati in vittime a Roma, infatti, recentemente hanno dato la colpa a non meglio identificati “antagonisti” che a loro detta li avrebbero affrontati con delle ascie, quando in realtà sappiamo benissimo chi siano gli infami che girano con le lame nelle tasche e che aggrediscono solo se in superiorità numerica.

“Un solco profondo di sangue e di macerie fumanti divide fascisti e Arditi”.
Ricordate un certo Argo secondari?

Cacciamo il fascismo dalle nostre città!
Solidarietà ai compagni romani vilemente aggrediti. Nessuno spazio ai fascisti, nè oggi, nè mai.

ARANEA – Rete veneta di comunic-azione anarchica

Comunicato sul petardo a Casa Pound di Verona

Nella notte del 14 Febbraio qualcuno ha collocato un grosso petardo davanti alla vetrina della sede di Casa Pound di Verona.

Tutti i principali quotidiani locali (Corriere del Veneto, Il Verona, D-News, L’Arena etc.) fanno quadrato e puntano il dito contro gli “anarchici cattivi” che, per loro definizione, mettono le bombe.

L’occasione per attaccare la nostra rete di comunicazione, indicandoci tra le righe come i mandanti morali, è il comunicato per il presidio antifascista contro l’appoggio dell’amministrazione Tosi a
Casa Pound che conta, lo ricordiamo, tra le sue file personaggi che professano apertamente idee fasciste.

Personaggi come Miglioranzi, il capogruppo per la lista Tosi in giunta,fiamma tricolore (ex) veneto fronte skinhead ed ex batterista dei gesta bellica, responsabile della concessione della sala pubblica a Casa Pound o Tosi stesso, che sfilava con loro e gli integralisti cattolici contro gli omosessuali sono solo un triste esempio.

Gli stessi gionali che, condannando senza se e senza ma la violenza, stranamente si dimenticano degli accoltellamenti, i pestaggi e le false denuncie a danno dei compagni da parte dei fascisti.

Aranea è una rete veneta di comunicazione anarchica che già si è espressa in passato sul rumore di certe pratiche spettacolari.La nostra azione è quotidiana e silenziosa, fuori delle logiche della “guerra tra bande” o degli slogan. Lasciamo il chiasso e gli schiamazzi della politica politicante ad altri.

Da tempo ci impegniamo a smascherare le infiltrazioni fasciste, con il loro carico di razzismo, sessismo, violenza e odio.Purtroppo il terreno culturale è per questi figuri sempre più fertile, soprattutto in città come Verona, nelle quali le istituzioni appoggiano alla luce del sole i gruppi neofascisti. La città dove è stato assassinato Nicola Tommasoli.
Questo è il senso del nostro “stanarli ovunque si nascondano”.

Che certi giornalisti non brillino per acume e intelligenza è cosa nota, infatti dimostrano ancora una volta di non aver capito (o non voler capire) nulla dei nostri comunicati.
Succede in questo modo che si spara nel mucchio, si creano ambiguità, si dicono falsità.

Cose che nei mezzi di informazione e nei think tanks di mezzo mondo avvengono sistematicamente e
quotidianamente. Al di là della correttezza e dell’etica di certi giornalisti, la cosa che dovrebbe portare a riflettere è che tali falsità possano giungere a legittimare coloro che invece non dovrebbero avere alcuna agibilità.
Fascisti in primis.

ARANEA – Rete veneta di comunic-azione anarchica

Solidarietà ai compagni accusati di antifascismo a Rovereto

Solidarietà ai compagni anarchici che a Rovereto sono stati accusati di un terribile reato: Resistenza. Oggi come allora le accuse di Resistenza al fascismo rimangono e se essere accusati di “condotta morale riprovevole” o  di essere “insuscettibili al ravvedimento” per il potere è reato, per noi significa romper le catene delle menzogne e del revisionismo storico.

La strumentalizzazione delle foibe da parte di un fascismo strisciante e vittimista non può essere ignorata e sottovalutata.

Cari compagni nessuno rimarrà in silenzio, tutti siam chiamati a difendere la verità e ricordare che il fascismo in qualunque veste si presenti NON PASSERA’!!

A pugno stretto ribadiamo tutta la nostra solidarietà ai compagni accusati di antifascismo in particolare a Jeppo Ivan e Poza attualmente reclusi nelle patrie galere.

anarchiche e anarchici di ARANEA – Rete veneta di comunic-azione anarchica

Perche’ non ci stiamo

A proposito della manifestazione “anarchica” del 22 maggio e del gruppo formatosi sul social network facebook

I compagni più tecnofobi forse non sapranno dell’effervescenza (reale o fasulla) dei gruppi nati su facebook. Uno di questi, intitolato “per una manifestazione anarchica nazionale”, si è proposto non solo come documento accozzaglia di concetti e fraseologia di estrema destra, ma “avanguardia” di una estemporanea manifestazione anarchica su scala nazionale, il cui tema portante puntava su una sorta di autoreferenzialità libertaria. Un gruppo in grado di contare più di mille iscritti –tra i quali anche autentici libertari e persone ingenue ma in buona fede-  e quindi di coinvolgere più persone su parole d’ordine pericolosamente ambigue analoghe alle tematiche care alla destra dei “fascisti del terzo millennio”, come ad esempio quella del “signoraggio”.

Per di più, analizzando i profili degli amministratori/promotori dell’iniziativa, sono saltati fuori link e contatti con svariati siti propagandistici dell’ideologia nazional-socialista e comunitarista che non sono altro che ricettacoli di testi e scritti dei guru della Nuova Destra come De Benoist, Massimo Fini, Dugin, Junger, ecc.

L’illusione di utilizzare un social network quale facebook come strumento di comunicazione antagonista, oltre al fatto di utilizzare la piattaforma commerciale di Murdock, è pericolosa perchè si può controllare cosa un utente scrive e con chi si relaziona, mentre permette un insidioso anonimato a chi vuole pescare nel torbido.

Noi vogliamo smascherare certo linguaggio come futuro contributo e strumento contro il neofascismo più criptico. Il comunicato d’indizione del corteo non era stato nè discusso nè condiviso con nessuna delle realtà anarchiche e libertarie di lingua italiana. Infatti la dinamica decisionale ha riproposto il solito copione autoritario di decisioni prese dall’alto e di contenuti paracadutati chissà da dove. Grave il fatto che un “manifesto anarchico” sia stato scritto da un fascistoide, ma ancora più grave è che sia stato accettato anche da libertari. Questo sarebbe l’ennesima riprova che è del tutto inutile dare la caccia ai nazi pelati per strada, quando poi l’ideologia dell’estrema destra l’abbiamo già ingoiata e assimilata senza neanche rendercene conto.

DISARTICOLAZIONE DEL TESTO

Un mondo in balia di misteriosi gruppi d’interesse e lobby segrete, nonché vittima di oscuri complotti ebraici.

La difesa di non meglio precisati popoli contro i meschini obiettivi della dittatura delle Banche Centrali.

Signoraggio, strozzinaggio e minoranze malvagie contro popoli, occidentali e sacralità della natura.

Mancanza di una analisi critica, ed in particolare una qualsiasi analisi anarchica.

Nel complesso l’uso criptico del linguaggio si rivela lo strumento più potente nelle mani del fascistume “anti-sistema”.

È sufficiente tuffarsi nell’incredibile galassia nera (pardon bruna) di internet per notare la continuità terminologica fra picchiatori nostalgici e nuova meta-politica dei « manganelli parlanti ».

Il linguaggio espresso in quest’ennesimo tentativo d’infiltrazione linguistica di matrice neofascista segue la triade: popolo, complotto, sovranità. Un insieme di parole chiave che nel complesso vuole creare confusione e permeato da un’esplicita tensione moralista.

Un rigurgito di simboli, slogan e parole d’ordine per affermare con un linguaggio complottistico e mitologico l’identità di un gruppo (popolo, etnia, razza…) anche impadronendosi del nostro ideale di libertà. Ad introdurre alla scaltra terminologia neofascista gli utenti di facebook i «differenzialisti » (non più razzisti !) i sofisticati  « egualitaristi qualitativi » (non più sadici autoritari !).

Ad esprimere l’identitarismo becero in forma di « popolo » fu già Mussolini nel suo tentativo d’adombrare il concetto di « classe » e far così risaltare l’elemento nazionalista. Dalla lotta di classe alla « lotta di popolo » (nome di uno dei primi gruppi criptofascisti post ’68). « Popolo » é una delle parole magiche, di tutte le destre, da cui fanno discendere i loro sporchi valori tradizionali, religiosi e di sangue (da difendere ad ogni costo!). L’anarchico é l’espressione politica di un individuo, non la cellula base di un corpo sociale inesistente come « il popolo ».

Il « complotto giudaico massonico e della plutocratica Inghilterra » si tramuta così in caricaturali « strozzini » contro i popoli , contro noi « occidentali » ! « Grande Distribuzione Organizzata » pronta ad introdurci a fantastici nemici come l’NWO (« New world order »).

Gli anarchici non usano pseudo teorie economiche come il « signoraggio bancario ». La teoria del «servaggio» è emblematica. Figlia di Pound e fatta propria da tutta la fascisteria postmoderna: il nemico non é più il capitalismo, la legge del profitto, il sistema di produzione dominante e la conseguente divisione in classi. Il nemico diventano le banche (ovviamente sinonimo di ebrei) e in tal modo pure il padrone può trovarsi d’accordo con l’operaio contro l’«usura» bancaria. Il nazismo è nato esattamente così!!

L’anarchismo é materialista non spiritualista. Noi anarchici ripudiamo in modo assoluto un linguaggio alla Forza Nuova fondato sull’« anticapitalismo razzista » di chiara matrice antisemita (e che tuttavia permette a gruppi come quello di Fiore di stringere alleanze neo-liberal con Berlusconi). Siamo anticapitalisti perché la miseria del quotidiano é dovuta a relazioni economico-sociali squilibrate, siamo contro lo Stato perché vogliamo denunciare la nocività di rapporti basati sulla gerarchia e sull’autoritarismo ad ogni livello.

«Sovranità» é dunque un termine incompatibile con l’idea che abbiamo di libertà… perché riguarda gli Stati: non dovrebbe esistere un insieme d’individui che ne esclude altri in base a discrimianzioni anche «soft » come quelle culturali.

Non siamo parte di un popolo intento a recuperare la sovranità di un dato territorio contro oscuri poteri stranieri: i primi oppressori da cui liberarsi sono tricolorati.

Dove sono invece i temi dell’antisessismo, dell’antirazzismo, della critica allo stato e al capitale?

Tra l’altro, il richiamo alla «sacralità della natura» è un argomento usato pure dagli antiabortisti, dagli sprangatori omofobi e dai fondamentalisti!

Per non parlare della necessaria critica anticarceraria: neppure Pannella introdurrebbe il tema delle gabbie per immigrati e autoctoni partendo dal loro eccessivo «affollamento» !

Simili argomentazioni appaiono voler manganellare il nostro cervello prima ancora dei nostri corpi.

Razzisti, fascisti, sessisti, bigotti reazionari e sbirri del pensiero: la vostra merda non attacca ! Nel virtuale come nelle strade ci saremo sempre per smascherarvi e resistervi!

Preoccupati dal fatto che alcuni compagni/compagne ci siano miseramente cascati invitiamo ad un maggior spirito critico!! Facebook e la faciloneria con cui si formano certe iniziative é pericolosa ma altrettanto pericolosa é la nostra incapacità di comprendere le ramificazioni del potere e le forme recuperate dal fascismo.

Invitiamo quindi tutte le componenti anarchiche ad accogliere con il massimo scetticismo qualsiasi comunicato o iniziativa che non provenga DIRETTAMENTE da realtà autorganizzate e autogestite  e a dotarsi di seri strumenti di analisi per smascherare queste tentativi d’intossicazione: tutto questo non è solo necessario ma costituisce modalità attiva di LOTTA! Nessuno spazio per questi gruppi neofascisti e per TUTTI i loro affiliati!

Link

Gruppo Anarchia. Evento del 22 maggio a Roma: http://www.facebook.com/group.php?gid=395317665330

Manifesto-piattaforma dell’evento:  http://www.facebook.com/topic.php?uid=395317665330&topic=14750

Sito del gruppo promotore: http://r-esistiamo.blog.excite.it/

ARANEA – rete veneta di comunic-azione anarchica

Staneremo i fascisti da ogni buco, anche se protetti dall’amministrazione comunale di Verona

Notiamo con disprezzo come i fascisti della peggior specie, in questo caso Casapound Verona, cerchino disperatamente di nascondersi dietro le istituzioni per diffondere la loro ideologia fatta di violenza e razzismo.

E’ la prassi trita e ritrita che in terra veneta conosciamo bene: darsi un’immagine innovativa e non conforme per poi finire sotto l’ombrello delle istituzioni per lagnarsi e ottenere favori secondo le convenienze del momento.

Non risparmiano neanche le tragedie umanitari come il terremoto in Abruzzo e anzi, come sciacalli, colgono ogni occasione buona per mascherare la loro becera ideologia neofascista tendendo a spettacolarizzare ogni loro iniziativa con il fine implicito di muovere il carrozzone mediatico che essi stessi denigrano per ottenere, come in questo caso, patrocini e appoggi per le loro iniziative.

Riteniamo gravissimo l’appoggio dell’amministrazione Tosi, che dimostra ancora una volta, come lui e la sua giunta siano in realtà in stretto contatto con l’universo reazionario della città veronese, arrivando
persino ad appoggiare iniziative di gruppi dichiaratamente fascisti.
Riteniamo scandaloso anche che uno dei relatori si firmi come membro della “Protezione Civile”, cercando così una legittimazione e un “viso pulito”.

I neofascisti in questione, che per chi non lo sapesse si sono nascosti dietro l’associazione studentesca “Progetto Abruzzo”, ottenendo dall’ Università di Verona un patrocinio con un cospicuo importo (pare si parli di 900 euro).
Ciò non bastasse il suddetto gruppo ha utilizzato il logo dell’università e ha disposto di un’aula gentilmente concessa dall’Ateneo.

L’Università, scoperto il trucchetto e messa alle strette da più parti, ha in seguito tolto il patrocinio, prontamente offerto poi da Tosi e Co.

Martedi’ 2 Febbraio, infatti, alle ore 17:00 in Sala Farinati della Biblioteca Civica di Verona celebreranno questa farsa.

Così, ancora una volta, i servi dei padroni, utilizzando le solite tecniche mimetiche,da una parte riescono impunemente a fare i loro sporchi giochi, dall’altra ottengono alla luce del sole pieno appoggio dalla giunta cittadina.

Il ducetto di turno da il contentino ai suoi scagnozzi. Manodopera a basso costo.

Gli anarchici non dimenticano le violenze subite da parte dei fascisti quindi li staneremo ovunque si nascondano e nonostante la protezione delle istituzioni.

Aranea-Rete Veneta di comunic-azione Anarchica

Aranea e le bombe

Il  fantomatico attentato all’Università Bocconi di Milano ha riportato alla ribalta gli anarchici in veste di “bombaroli”, l’unica veste con la quale i mezzi di (dis-)informazione sembrano volerci vedere e considerare.

Osserviamo che certe azioni “dirompenti” seguono una logica spettacolare del tutto incompatibile con una vera critica radicale nei confronti di un sistema di controllo e oppressione. Il sistema è fondato proprio sulla politica-spettacolo e quindi queste sono quanto di più lontano dalla nostra concezione di lotta.

Di certo sono ottimi pretesti per far passare in secondo se non terzo piano la continua opera di smascheramento e denuncia del potere capitalista da parte degli anarchici.
Consideriamo il capitalismo, infatti, il vero terrorista e portatore di morte sia fisica che intellettuale.

Ancora una volta simili atti diventano anche l’alibi per dare un’accelerata alle misure repressive e liberticide che già erano nell’aria.

Sono leggi che una volta passate sarà ben difficile vedere abrogate e che potranno in futuro essere usate da chiunque di qualunque colore politico contro chiunque, mentre la colpa della loro esistenza potrà essere sempre ascritta “ai soliti quattro anarchici bombaroli” o all’azione di un “pazzo” che ha osato rovinare il lifting del presidente del consiglio.

Notiamo che nessun telegiornale ha dato la notizia, nemmeno per sbaglio, del comunicato della FAI, la Federazione Anarchica Italiana.
Si è creato, così, gioco facile alla generazione di confusione e fraintendimenti in chi non ha altri modi, oltre ai mezzi di comunicazione principali, per informarsi.

La nostra piena solidarietà quindi alla Federazione Anarchica Italiana,
oggetto di diffamazione e criminalizzazione, così come nei confronti di tutti i compagni vittime della  repressione statale.

Aranea- Rete veneta di comunic-azione anarchica

Sabato 19 Dicembre: a Udine e Torino!

CON LE UNGHIE E I DENTI: DIFENDIAMO L’AUTOGESTIONE SOCIALE

L’Europa delle polizie nacque all’inizio degli anni Settanta quando gli Stati della Comunità europea iniziarono a promuovere una serie di forum intergovernativi in tema di collaborazione per la “sicurezza interna”, il primo risultato fu l’accordo per costituire i gruppi della Commissione TREVI, nome ispirato dalla famosa fontana romana e poi divenuto l’acronimo di “Terrorismo, Radicalismo, Estremismo e VIolenza”.

Nei primi anni Novanta, mentre nei paesi europei si assisteva ad un consistente aumento delle occupazioni di case e di centri autogestiti, la Commissione TREVI pianificò un duplice intervento repressivo e di controllo sociale. Da un lato, fu deciso di favorire i processi di normalizzazione e legalizzazione delle occupazioni disponibili al dialogo con le istituzioni e i partiti; dall’altro venne concordata una linea repressiva volta a stroncare con la forza il movimento autogestionario e le occupazioni irriducibilmente antiautoritarie.

In Italia, questo doppio binario ha visto quindi la legalizzazione di gran parte dei centri sociali dialoganti, anche se si dichiaravano antagonisti o disobbedienti, mentre per gli spazi liberati e di autentica autogestione che non stanno alle regole del gioco continua l’infinita serie di sgomberi, fogli di via, denunce, manganellate, condanne.

Crediamo quindi che quanto accaduto in queste ultime settimane a Trento, Torino e Udine sia emblematico di questo meccanismo disciplinare che, peraltro, si accompagna alla retorica attorno alla sicurezza e alla legalità.

Chi non riconosce l’ordine del potere e non accetta i suoi ricatti, diviene una realtà da cancellare.

Per questo esprimiamo la nostra convinta solidarietà con tutte le occupazioni minacciate da sgomberi e ritorsioni legali e, aderendo alle 2 manifestazioni in difesa dell’autogestione e contro la repressione antianarchica che si terranno a Torino e a Udine il 19 dicembre, cercheremo di essere presenti ad entrambe portando la nostra volontà di resistenza.

Ben venga l’anarchia, perchè l’ordine non ha funzionato.

ARANEA – rete veneta di comunic-azione anarchica