Comunicato sul petardo a Casa Pound di Verona

Nella notte del 14 Febbraio qualcuno ha collocato un grosso petardo davanti alla vetrina della sede di Casa Pound di Verona.

Tutti i principali quotidiani locali (Corriere del Veneto, Il Verona, D-News, L’Arena etc.) fanno quadrato e puntano il dito contro gli “anarchici cattivi” che, per loro definizione, mettono le bombe.

L’occasione per attaccare la nostra rete di comunicazione, indicandoci tra le righe come i mandanti morali, è il comunicato per il presidio antifascista contro l’appoggio dell’amministrazione Tosi a
Casa Pound che conta, lo ricordiamo, tra le sue file personaggi che professano apertamente idee fasciste.

Personaggi come Miglioranzi, il capogruppo per la lista Tosi in giunta,fiamma tricolore (ex) veneto fronte skinhead ed ex batterista dei gesta bellica, responsabile della concessione della sala pubblica a Casa Pound o Tosi stesso, che sfilava con loro e gli integralisti cattolici contro gli omosessuali sono solo un triste esempio.

Gli stessi gionali che, condannando senza se e senza ma la violenza, stranamente si dimenticano degli accoltellamenti, i pestaggi e le false denuncie a danno dei compagni da parte dei fascisti.

Aranea è una rete veneta di comunicazione anarchica che già si è espressa in passato sul rumore di certe pratiche spettacolari.La nostra azione è quotidiana e silenziosa, fuori delle logiche della “guerra tra bande” o degli slogan. Lasciamo il chiasso e gli schiamazzi della politica politicante ad altri.

Da tempo ci impegniamo a smascherare le infiltrazioni fasciste, con il loro carico di razzismo, sessismo, violenza e odio.Purtroppo il terreno culturale è per questi figuri sempre più fertile, soprattutto in città come Verona, nelle quali le istituzioni appoggiano alla luce del sole i gruppi neofascisti. La città dove è stato assassinato Nicola Tommasoli.
Questo è il senso del nostro “stanarli ovunque si nascondano”.

Che certi giornalisti non brillino per acume e intelligenza è cosa nota, infatti dimostrano ancora una volta di non aver capito (o non voler capire) nulla dei nostri comunicati.
Succede in questo modo che si spara nel mucchio, si creano ambiguità, si dicono falsità.

Cose che nei mezzi di informazione e nei think tanks di mezzo mondo avvengono sistematicamente e
quotidianamente. Al di là della correttezza e dell’etica di certi giornalisti, la cosa che dovrebbe portare a riflettere è che tali falsità possano giungere a legittimare coloro che invece non dovrebbero avere alcuna agibilità.
Fascisti in primis.

ARANEA – Rete veneta di comunic-azione anarchica