GRILLO SOCCORRE LO STATO

I recenti risultati elettorali in Sicilia, oltre a evidenziare l’impressionante astensionismo (oltre il 52%) che in un certo senso rappresenta non solo il primo “partito” ma anche la maggioranza dell’elettorato, ha offerto la possibilità di smascherare l’effettivo ruolo giocato dal Movimento 5 stelle: il partito di Grillo ha, a tutti gli effetti, salvato il sistema dei partiti.

Se, infatti, quel 15% di votanti avesse scelto di esprimere al propria protesta contro la partitocrazia disertando le urne, invece che delegandola al candidato-grillino, l’impatto dello “sciopero del voto” sarebbe stato ancora più dirompente, sfiorando complessivamente il 70%.

Per questo all’indomani della disfatta dei partiti parlamentari e della stampa, l’atteggiamento è apparso trasversalmente alquanto bonario nei confronti di Grillo e soci, archiviando le accuse che nei mesi scorsi erano andate per la maggiore dall’antipolitica al populismo, dal qualunquismo allo squadrismo.

Nel momento in cui la separazione tra società e stato diventa così palese e pesante e “il voto di chi non vota” finisce per assumere una valenza di radicale rottura col sistema politico-economico e, di conseguenza, nei confronti dei partiti della crisi, dell’unità nazionale, del ceto politicante e governativo che questo esprime, anche l’esistenza di un sedicente “antipartito” come quello a 5 stelle diventa prezioso, perché come ha pure sottolineato Ilvo Diamanti (La Repubblica, 30 ottobre) “si tratta, comunque, di un’alternativa al non-voto”.

Anche se può apparire come l’ultima spiaggia per le illusioni di milioni di scontenti, delusi, incazzati, estremisti da bar e rivoluzionari a parole, votare per qualcuno che si candida con un partito “alternativo” a rappresentare, indirizzare ed utilizzare il dissenso popolare per ottenere nei posti di potere, dalle amministrazioni locali al governo nazionale, è pur sempre una dimostrazione di fiducia nella possibilità di riformare e non certo di sovvertire quell’apparato di dominio che si dice di avversare.

Per di più è ben noto come chi entra, criticamente, nelle istituzioni per trasformarle, in breve tempo finisce per essere trasformato, divenendo a sua volta parte integrante dell’apparato che diceva di voler cambiare o mettere sottosopra, tanto da introiettare il punto di vista e le compatibilità di chi comanda, governa, decide sulla testa di quei “sudditi” ai quali non viene mai riconosciuto il diritto né la capacità di autogovernarsi senza farsi Stato.

Leggi tutto “GRILLO SOCCORRE LO STATO”

Aggiornamenti dal Peru’

La polizia questa settimana ha ucciso 5 persone  durante le proteste contro la miniera Yanacocha nelle provincie di Celendin e Bambamarca nella regione di Cajamarca nel Nord del Perù.
Da un anno campesinas e campesinos insieme a cittadini di Cajamarca e dei dintorni lottano contro il progetto aurifero “Conga” della compagnia miniera Yanacocha di proprietà della Newmont Mining Corporation (Canada), Compañía de Minas Buenaventura (Perù) e della Corporazione Finanziaria Internazionale (IFC).  Il progetto Conga prevede l’estrazione di oro da due laghi nella zona altoandina di Cajamarca e la distruzione di altri due laghi che verranno utilizzati come deposito di residui, questi 4 laghi costituiscono la sorgente dei pricipali fiumi della zona.
Da un mese a questa parte nella regione di Cajamarca era stato dichiarato un paro indefinido, un periodo di proteste e di veglia continua ai laghi per impedire l’inizio dei lavori della compagnia, lo stato ha sempre mostrato la sua sottomissione a Yanacocha e inviato in più occasioni polizia e militari per reprimere le proteste. Gli abitanti della regione e soprattutto delle provincie che verranno colpite direttamente dal progetto non si sono fatti intimidire e hanno continuato la loro lotta , a Celendín i primi di maggio un contingente della polizia nazionale è stato cacciato dalla città dai manifestanti. Il giorno 3 luglio la polizia è arrivata a Celendín con l’ordine di sparare ai manifestanti che tentavano di attaccare la municipalidad per dimettere l’alcalde che aveva dato il suo appoggio al progetto Conga e al presidente Ollanta Humala. La violenta repressione ha provocato la morte di tre persone José Silva Sánchez (35), Eleuterio García Díaz (40)  e  C.M.A di 17 anni, altre 30 sono rimaste ferite. Secondo la stampa nazionale che appoggia il governo e la violenza della polizia due poliziotti sono stati feriti con armi da fuoco usate dai manifestanti.
È stato dichiarato lo stato di emergenza per 30 giorni nelle provincie di Celendin Huangayoc e Cajamarca (sospensione dei diritti di libertà personale, riunione, circolazione, inviolabilità del domicilio e molti altri) questo garantisce  la totale libertà alla polizia e la giustifica per ulteriori violenze. Nonostante ciò il 5 luglio le proteste sono continuate in tutta la regione e così anche la repressione, la polizia ha infatti ucciso altri manifestante a Bambamarca.
Secondo i comunicati radio che arrivano dalla regione gli abitanti di Cajamarca sono decisi a resistere e lottare per difendere la loro acqua e le loro terre.

Inivitiamo alla diffusione di informazioni e alla solidarietà con la popolazione di Cajamarca.

Eventi Maggio 2012

sabato 12 maggio 2012 ore 17,30 – Ateneo degli Imperfetti – Via Bottenigo 209 / Marghera VE

presentazione del libro
nestor machno:
bandiera nera sull’ucraina
guerriglia libertaria e rivoluzione contadina
(1917-1921)
di Alexander V. Shubin
elèuthera editrice

ne discutiamo con Mikhail Tsovma – curatore del libro
traduzione consecutiva di: Luca Galletti, Luca Pes

A quasi cento anni dagli eventi, grazie all’apertura degli archivi segreti dell’URSS, è ora possibile ricostruire nella sua complessità, la storia della Rivoluzione russa, al di là dei miti e dei racconti dei vincitori. Una attenzione particolare, anche per le dimensioni del fenomeno, è stata data all’anarchico ucraino Nestor Machno e al movimento, in larga parte contadino, che tra il 1917 e il 1921 coinvolse una vasta regione dell’Ucraina. Una grandiosa esperienza libertaria, sia nel senso dell’autogestione che della guerriglia partigiana, che combatté vittoriosamente contro l’esercito austrotedesco, nazionalista ucraino, zarista e che fu repressa nel sangue, dopo un’alleanza tattica, dall’Armata Rossa di Lenin e Trotsky. Data l’eccezionalità della presenza di Mikhail Tsovma, storico e militante dei diritti umani in Russia, durante il dibattito cercheremo di analizzare anche alcuni aspetti controversi della Russia.

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SABATO 12 MAGGIO

PISA – PIAZZA SANT’ANTONIO – ORE 15

A quarant’anni dalla morte di Franco Serantini l’assemblea degli Anarchici Toscani ha deciso di organizzare a Pisa, per il 12 maggio, una manifestazione nazionale anarchica.
Oggi più che mai è doveroso riprendersi le piazze e le strade della città con un corteo, forti anche delle ragioni e delle idee per cui Franco lottava.

Manifestazione nazionale anarchica a quarant’anni dalla morte di Franco Serantini

http://serantini12maggio.noblogs.org/

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sabato 12 maggio – ore 18.00
PRESSO IL PREFABBRIKATO
[VIA PIRANDELLO, 22] VILLANOVA PORDENONE

CONFERENZA DIBATTITO

PARANOIA E COPLOTTISMO
tra storia, politica e psicologia

Da un decennio la vena cospirazionistica, che da sempre serpeggia nell’opinione pubblica, è esplosa in un oceano di teorie del complotto. I media e il web pullulano di “dimo-strazioni inconfutabili” delle cospirazioni di cui saremmo vittime da parte di poteri occulti, della massoneria, della fi-nanza ebraica e , perfino, degli extraterrestri. La parte del leone la fanno i siti collegabili al mondo dell’estrema destra e del fondamentalismo cattolico ma ormai le teorie del com-plotto dilagano anche nella criminologia più accreditata per farsi breccia anche negli ambienti di certa sinistra.

NTERVERRA’

LUlGI CORVAGLIA
Psicologo, psicoterapeuta, studioso di manipolazione mentale e controllo sociale, affronta il tema da una prospettiva psicologica e sociologica, passando in rassegna le distorsioni cognitive di questa paranoia collettiva e mettendo in luce i rischi di dogmatismo anti-democratico in essa insiti.

INIZIATIVA LIBERTARIA
ilpn@autoproduzioni.net
www.info-action.net

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Martedì 29 maggio 2012

Il Centro di Documentazione Anarchico di Padova

presenta: “La Grande Abbuffata”

h.18:30 Proiezione “Fratelli di Tav” e “I peccati della Maddalena” regia di Manolo Luppichini

h 20:00 (Ab)buffet Vegan a sostegno delle attiviste e degli attivisti NO TAV colpiti da procedimenti giudiziari

h.21 Incontro con Ivan Cicconi presentazione de IL LIBRO NERO DELL’ALTA VELOCITA’

Presso la Baracca Autogestita

Via Marzolo 3/a (Zona Portello) Padova

http://baraccaoccupata.noblogs.org/

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15 maggio dalle ore 17,00 e 16 maggio ore 20,00

Il 15 maggio 1948 nasce lo Stato d’Israele e inizia la pulizia etnica della Palestina. Essa è il culmine del progetto sionista, che prevede di cacciare tutti i palestinesi dalle loro terre per rendere la Palestina storica territorio etnicamente puro per gli ebrei. Questo terrorismo continua ancora oggi ad essere praticato bombardando, colonizzando, imprigionando.

Nessuno Stato è la soluzione al problema ma la lotta degli sfruttati contro i padroni e gli oppressori.

Se vogliamo tagliare quel filo spinato che avvicina Israele con i Paesi neocolonialisti occidentali dobbiamo rispolverare gli strumenti della resistenza.

15 maggio dalle ore 17,00 presidio in piazzetta della Garzeria (Padova), banchetto e mostra sull’occupazione sionista.

16 maggio ore 20,00 buffet benefit per le spese legali di Marco, attivista ora libero dalle galere israeliane, collegamenti diretti con Gaza e Cisgiordania e discussione collettiva sulla situazione palestinese e sui prigionieri politici alla Baracca Occupata di via Marzolo 3 A

info: http://baraccaoccupata.noblogs.org/

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GIOVEDI’ 17 MAGGIO – VERONA

CINEMA ALL’AREA APERTA

(eventuale cadenza settimanale)

Cinema all’aperto in un’area fuori dalla vita mondana della Verona-da-bere e quindi fuori dalle logiche di consumo/profitto da bar o localetto, in cui giovani e meno giovani anestetizzati passano le loro serate in serie.

Per l’autogestione, l’auto-organizzazione e per una socialita’ libera dai tanti vincoli imposti che opprimono e troppo spesso limitano la possibilita’ di esprimersi totalmente e in modo autonomo.

proiezione di: ATTACK THE BLOCK (2012)

Chi difenderebbe Verona se arrivassero gli alieni??

Porta quello che vorresti trovare, cibo, bevande, birra, vino, ecc.

Lascia a casa la frustrazione.

Dalle ore 21:00

Area68 – zona Torricelle

Rispetto – No nazi – No pusher

www.autistici.org/liberaa

ATTERRIAMOLI!

GIORNATA DELLE LOTTE CONTADINE
ore 20,30 NELLA BARACCA AUTOGESTITA
VIA MARZOLO 3 A PADOVA
ASSEMBLEA PUBBLICA CONTRO GLI ESPROPRI

 

MARTEDI’ 17 APRILE GIORNATA DELLE LOTTE CONTADINE

Treni ad Alta Velocità che smembrano vallate, città commerciali che divorano il territorio e le comunità che lo vivono, beni essenziali da privatizzare ad ogni costo, impianti industriali che portano tumori in cambio di crescita nociva, terre demaniali svenduti a privati e pronte a nuove cementificazioni ma anche le lotte manifeste ed a volte invisibili, di massa o quotidiane che a tutto questo in vario modo resistono.

Cosa accomuna questi fenomeni? Dove trovare un interesse comune che ci faccia lottare insieme per essere più forti?
Ne discutiamo nella Baracca Occupata Martedì 17 Aprile, giornata internazionale delle lotte contadine. Giornata quest’anno dedicata al fenomeno del Land grabbing, una gigantesca corsa per l’accaparramento di milioni di ettari di terra sparsi per il globo, finora gestiti seguendo logiche comunitarie, ora oggetto di privatizzazioni ed espropri eseguiti da grandi aziende multinazionali. Fenomeno che sta stravolgendo gli stili di vita di intere comunità e gli equilibri naturali in cui sono inseriti, espropriandoli della loro ricchezza e condannandoli a migrare e perdere se stessi.

Perché? Perché riconosciamo in questi eventi apparentemente lontani le stesse logiche di problemi a noi vicini. Perché laddove va il denaro finiscono i nostri valori, le possibilità di gestire insieme una vita libera, rispettosa dell’ambiente che ci circonda e della storia che ci precede. Perché dove va la merce siamo ridotti a consumatori costretti a basare la propria esistenza sullo sfruttamento proprio e degli altri. Perché tutto questo decide della nostra vita: del cibo che mangiamo, dell’acqua che beviamo, dell’aria che respiriamo e dei luoghi in cui ci muoviamo. E di questo vogliamo decidere. Insieme.

  • Per discutere e riflettere
  • Per condividere le esperienze
  • Per coordinare le lotte
  • Per pianificare appuntamenti ed iniziative comuni

ASSEMBLEA PUBBLICA CONTRO GLI ESPROPRI

Saranno presenti diverse realtà di lotta, inoltre si farà un collegamento con una compagna in Honduras per aggiornamenti sulle lotte contadine

CHE LA TERRA TORNI A DARE CIBO E NON DENARO!

locandinapdf

7 MAGGIO 1972-2012 – SIAMO TUTTE SOVVERSIVE

Il 7 maggio prossimo ricorrerà il 40° anniversario della scomparsa di Franco Serantini:

«studente/lavoratore di origine sarda, anarchico, Franco è morto nel 1972 nel carcere Don Bosco di Pisa per le percosse ricevute dalla polizia mentre partecipava ad una manifestazione antifascista».

La vicenda di Franco Serantini ha segnato profondamente tutta la città di Pisa e la storia di tutto il paese. Negli anni molte manifestazioni e iniziative, intraprese a livello locale e non solo, hanno tenuto viva la memoria di Franco e con essa le sue idee.

Dopo la morte, gli amici e i compagni di Franco, insieme a gran parte della città, lo hanno voluto ricordare apponendo una targa sull’edificio ex collegio Pietro Thouar, dove aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita, e ponendo nell’attigua piazza un monumento di marmo. Da quel momento per tutte le persone legate a Franco, e per tanti pisani in generale, Piazza San Silvestro è diventata di fatto Piazza Serantini.

Sabato 5 maggio saremo in quella piazza ancora una volta, per raccontare la storia di un ragazzo ucciso due volte, prima dalla violenza e poi dall’ingiustizia delle istituzioni. Una storia che si mantiene tragicamente attuale anche alla luce di fatti che se pur diversi nelle modalità si mantengono simili nella sostanza.
Proprio perché non ci basta ricordare abbiamo deciso di dedicare la tavola rotonda che si terrà il 5 maggio “Omicidi di stato, abusi di potere e repressione in Italia: i casi Serantini, Giuliani e Mastrogiovanni”, alla repressione e alla violenza dello stato odierna in risposta alle manifestazioni di dissenso politico.
Per non dimenticare e per continuare a lottare per le proprie libere idee, sabato 5 maggio daremo voce alla storia di Franco e a molteplici storie di quotidiana repressione.

L’iniziativa comprenderà oltre alla tavola rotonda diverse attività , alcune delle quali si terranno nei giorni precedenti, il programma definitivo sarà reso disponibile a breve.

continua a leggere e scarica il comunicato stampa

L’operaio e il servitore

Le bugie hanno le gambe corte e il naso lungo.

Ma quando ci sono di mezzo i quattrini,

i massmedia si vendono al miglior offerente,

e il falso diventa vero …

… il forte diventa debole …

… il sopruso diventa diritto …

Marco Bruno è su tutte le Tv.

E’ il “cattivo ragazzo” che dà della “pecorella” al poliziotto armato fino ai denti e con maschera antigas indosso.
Chi è Marco? E’ un padre di famiglia di un magnifico bimbo di 2 anni, un lavoratore che non si risparmia e un no tav valsusino da sempre.
Martedì al posto di mangiarsi un panino nella pausa pranzo è corso insieme a tanti a Chianocco per tentare di resistere al migliaio e più di forze dell’ordine che sgomberavano l’autostrada.

La rabbia è tanta ma Marco non perde la testa, non fa gesti inconsulti, scarica solo verso chi in quel momento sta calpestando per l’ennesima volta la dignità di una popolazione, invadendo in modo violento la Valle dove Marco è nato e cresciuto.
E’ un attimo, le Tv riprendono e la vittima diventa il poliziotto armato e a volto coperto e il carnefice il manifestante a volto scoperto e disarmato.
Che i meccanismi dei media siano perversi già lo sapevamo, ma non riusciamo ancora ad abituarci a tali livelli di mistificazione e manipolazione.

L’unico spezzone trasmesso è quello della sacrosanta rabbia, poi però Marco parla per dieci minuti con l’uomo armato in modo tranquillo e pacato, fino a quando lo saluta poiché deve tornare a lavoro (a stomaco vuoto) dicendogli “…comunque vi voglio bene lo stesso”. Questo però nessuna Tv l’ha fatto vedere.

Cosi finisce Marco la sua “violenta protesta”, “vi voglio bene lo stesso”.
Credo che non ci siano altri commenti da fare, specie dopo la violenza di questa sera compiuta dagli uomini in divisa.
Che ognuno risponda alla propria coscienza.

Marco mentre viene portato via dalla polizia mentre applica resistenza passiva in autostrada

 

Comitato no tav spinta dal basso.

http://www.spintadalbass.org/

Takuma

Verona: presidio contro Casapound

Né Pound né Barbarani

Il fascismo non è poesia

Giovedì 23 febbraio p.v. alle ore 21 nel Palazzo Da Lisca in
piazza Isolo Blocco studentesco renderà omaggio alla poesia
di Berto Barbarani. Lo farà con la partecipazione di un poeta
dialettale veronese e dell’assessore all’edilizia pubblica, ai
rapporti con i veronesi nel mondo, al turismo sociale e alle pari
opportunità Vittorio Di Dio, non si sa in quale veste.
Per la ghiotta occasione i muri dell’università sono stati
tappezzati di manifesti che pubblicizzano l’incontro con in bella
vista il nome dell’assessore del Comune di Verona.
Non sono una novità le affissioni a tappeto di Casa Pound e Blocco
Studentesco che prive di qualunque autorizzazione, stazionano per
settimane senza alcun intervento di rimozione. Immaginiamo che
l’assessore Di Dio si farà carico personalmente del pagamento delle
multe che fioccheranno sui firmatari dei manifesti o forse come per
tutte le ordinanze, i regolamenti e i divieti dell’epoca Tosi vige
un principio di grande discrezionalità.
Discrezionalità che ha caratterizzato anche la concessione della
sala del palazzo Da Lisca: negata ai facinorosi di “Naturalmente
Verona” perché priva dei requisiti di sicurezza per gli incontri
pubblici ma concessa senza problemi ai teneri ragazzotti del
Blocco. Casa Pound e Blocco Studentesco godono del resto a
Verona di grande tolleranza e dichiarati sostegni. Dall’indegna
pagliacciata dentro l’università con sventolio di orrendi
bandieroni neri dello scorso dicembre alle strette di mano tra il
suddetto assessore e la prima fila dei novelli squadristi fuori
dall’università lunedì mattina, le complicità sono evidenti.
Il deserto che è oggi piazza Isolo rende difficile immaginare
quello che è stata: un centro vivo nel quartiere di Veronetta con
la stazione delle corriere, il mercato della frutta e del pesce,
i bar e poi nei locali forzatamente abbandonati in vista di uno
dei tanti dissennati progetti di “riqualificazione”, la nascita
di esperienze politiche e sociali, il rifugio di migranti e senza
casa, la rete di solidarietà e accoglienza che intorno a loro si era creata.
La piazza e i dintorni sono dunque un luogo fortemente simbolico
che, fermo restando che i vecchi e i nuovi fascisti devono rimanere
a fare le loro iniziative nelle proprie sedi, non va insozzato con
certe inquietanti presenze.

Gli/le antifascisti/e veronesi provvederanno quindi, giovedì 23
febbraio, a ripulire il quartiere da tutti i manifesti fascisti
e leghisti, tra l’altro abusivi. L’appuntamento è alle 19
all’università.
Si recheranno quindi in piazza Isolo dove, dalle 20 in poi,
parteciperanno ad una veglia-presidio-reading per l’estinzione
del fascismo, vecchio, nuovo, sociale che sia.

Promemoria – Per non dimenticare la storia di piazza Isolo
Nel 1998, in piazza Isolo, sotto la pensilina della stazione degli
autobus che adesso non c’è più, oltre alla libreria di Giorgio
Bertani, c’erano gli uffici della Brec Viaggi, occupati dal
Kollettivo Porcospino nella primavera di quell’anno e diventati
il c.s.o.a. Isola, e il circolo anarchico “La Pecora Nera”. Fuori,
sotto i portici, vivevano una quindicina di migranti, europei
dell’est e maghrebini, con cui gli occupanti dell’Isola avevano
fatto amicizia, dando loro la possibilità di dormire al copertio e
di utilizzare i servizi igienici. Una situazione durata pochi mesi,
nonostante l’interessamento di Bertani, allora consigliere in prima
circoscrizione, e la presenza della Ronda della Carità.
In maggio l’amministrazione comunale, sindaca Sironi e numerosi
assessori nazionalalleati, sgombera il centro sociale e fa murare
gli ingressi. I migranti tornano fuori, esposti alle ripetute
aggressioni di elementi appartenenti all’estrema destra e agli
interventi della polizia municipale e dell’Amia che sequestrano
loro le coperte e lavano con l’acqua il pavimento del portico (su
questi episodi ci fu un’interrogazione parlamentare di Tiziana
Valpiana). Nel frattempo l’emergenza “igienica” allarma l’opinione
pubblica più dell’emergenza freddo e solo l’operato di Bertani,
aiutato dai ragazzi del Porkospino e dalla Ronda, limita i danni.
Nell’inverno 1998-1999 il circolo “La Pecora Nera” decide di
aprire i propri locali per ospitare i senzatetto. In primavera
i senzatetto tornano a dormire all’aperto. Nella notte tra il 16
e il 17 aprile 1999 una decina di camerati appartenenti a gruppi
diversi dell’estrema destra locale, muniti di ombrelli e bastoni,
effettuano un raid punitivo contro i senzatetto, ferendone uno in
modo grave. Saranno poi fermati grazie alle testimonianze di alcuni passanti.
Intanto si ha notizia del progetto relativo alla costruzione di un
parcheggio sotto piazza Isolo con l’abbattimento della pensilina.
Il circolo anarchico “La Pecora Nera” riceve la notifica di
sgombero. Nell’autunno del 1999 gli anarchici lasciano i locali,
poi sigillati dai vigili urbani.
Torna l’inverno, gli ingressi vengono riaperti e i migranti
tornano nei locali sotto la pensilina. Ci resteranno, tra alterne
vicende e minacce di sgombero, fino all’estate del 2000. Inutili
le pressioni di Giorgio Bertani, che sollecita in circoscrizione
la realizzazione di un’uscita di sicurezza, mentre l’imprenditore
Paolo Favale, che dall’autunno del 1999 garantisce una sostanziosa
colazione a quanti la richiedano, promette di aprire un centro di
prima accoglienza in borgo Roma, cui si opporranno strenuamente
Alleanza nazionale e Lega Nord, con l’attuale sindaco di Verona in
testa. In settembre lo sgombero sembra imminente ma la notte del
14 un incendio divampa nei sotterranei e “Cezarro”, l’immigrato
polacco Cesar Karaboskji o Karwoskji perde la vita.

Antifascisti Veronesi

News dal Peru’

10 febbraio 2012: Migliaia di contadini andini provenienti da varie comunità della sierra peruviana, dopo 10 giorni di cammino arrivano a Lima, la grande capitale sul Pacifico. Protestano contro le concessioni da parte dello Stato alle grandi multinazionali estrattive (soprattutto miniere e petrolifere) sul loro territorio.
Una nuova colonizzazione o forse il proseguimento di quella che dura da cinquecento anni. Il 20% del territorio nazionale, pari a 3 milioni di ettari, principalmente sulle Ande, è infatti venduto alle imprese che si dedicano all’estrazione di minerali (oro, argento, uranio, zinco e altri).
Il matrimonio tra Stato e Capitale si fa sempre più stretto, lucrando sulle vite e sulla salute di milioni di persone, come al solito, contadini e abitanti di zone rurali. Nel 2009 una protesta contro la svendita del territorio paralizza immense regioni della foresta per quasi due mesi e il 5 giugno viene repressa con il fuoco nella zona di Bagua.

Migliaia di manifestanti rispondono a testa alta e le vittime sono numerose da entrambe le parti (ufficialmente 34 in totale).
L’evento scuote il paese e centinaia di conflitti simili vengono alla luce, generando solidarietà e coraggio per rispondere all’attacco del capitalismo.

Nel 2011 lo Stato peruviano reprime brutalmente gli scioperi convocati dai contadini nella regione di Puno contro le miniere, che si sono concretizzati con il blocco di strade, l’incendio di uffici pubblici, gli attacchi alle strutture delle imprese miniere e un tentativo di occupazione dell’aereoporto.

Sei contadini/e uccisi/e dalle forze dell’ordine. Pochi mesi dopo, una coalizione di stampo nazionalista sinistroide vince le elezioni nel paese, promettendo ai campesinos una “gran transformación”. Bastano 80 giorni e il presidente ex militare Ollanta Humala perde la sua maschera populista e appoggia apertamente l’ennesimo progetto distruttivo nella regione di Cajamarca, chiamato Proyecto Conga, della compagnia Yanacocha srl (la più grande del Sudamerica), di proprietà della
Newmont Mining Corporation (Canada), Compañía de Minas Buenaventura (Perù) e della Corporazione Finanziaria Internazionale (IFC). La Yanacocha è conosciuta nella zona di Cajamarca dal 1992 quando iniziò le sue attività incontrando da subito l’opposizione degli abitanti per l’espropriazione di terre e l’inquinamento generato. Nel 2000 una fuoriuscita di 151 chili di mercurio all’altezza del Centro Poblado Choropampa provoca un disastro ambientale intossicando migliaia di persone. L’attuale Proyecto Conga prevede la distruzione di altri 34 ettari nel territorio di 6 laghi, che costituscono la sorgente dei principali fiumi della regione. I bacini dei laghi saranno utilizzati per il processo di estrazione dei minerali e come depositi dei rifiuti tossici del lavoro. Le sostanze utilizzate nel processo sono altamente tossiche (tra esse il mercurio e il cianuro) creando gravi problemi di salute e inquinando in modo irrecuperabile l’ambiente.

Negli ultimi 10 giorni, abitanti di quasi tutte le regioni del paese si sono uniti e hanno manifestato la loro rabbia e la loro solidarietà contro le miniere e il governo complice. Nonostante la repressione scatenata, che ha provocato diversi feriti d’arma da fuoco, la manifestazione è arrivata a Lima, radunando migliaia di persone da tutto il paese.

È sempre più chiaro che un reale cambiamento non avverrà attraverso la politica istituzionale e borghese ma solo con la lotta. Anche se la manifestazione è stata convocata come una “Gran Marcha Nacional por el Agua”, in essa si è espressa il desiderio e la capacità di resistenza delle popolazioni per difendere la terra e la propria vita dal saccheggio capitalista. Si sta creando un grande movimento nazionale che rivendica la difesa del territorio, l’autodeterminazione e l’opposizione alle logiche distruttive del potere economico. In questa lotta noi, come anarchici, ci vediamo coinvolti solidarizzandoci con i popoli che subiscono e reagiscono alla violenza dello Stato e delle Multinazionali. Sosteniamo l’auto-organizzazione e
l’azione diretta, pratiche che hanno caratterizzato queste proteste.
Invitiamo alla diffusione di informazione e alla pratica della solidarietà in tutte le sue forme. Durante la manifestazione è stato distribuito il seguente volantino:

La miniera inquina, lo Stato uccide
Conga e con tutte le lotte per la difesa della natura in diverse regioni del
pianeta. In questa parte del mondo chiamata Perù vediamo come,
costantemente, la gente si oppone ai progetti distruttivi delle industrie
estrattive (miniere, petroliere, idroelettriche, forestali etc.). Gli attuali
conflitti socio-ambientali sono il proseguimento di una lunga lotta dei popoli
originari contro lo sfruttamento e l’esproprio dei loro territori. Loro ci
ricordano che l’acqua non è una semplice risorsa commerciabile e estraibile: La
terra non appartiene a noi siamo noi ad appartenere ad essa. Per chi ha creduto
che con un cambio di governo sarebbe avvenuta una Grande Trasformazione
dovrebbe essere chiaro che ogni Governo (di destra o di sinistra) serve gli
interessi del Capitalismo (nazionale o straniero). Le ideologie nazionaliste ci
fanno schifo, creano frontiere inesistenti che ci dividono invece di rafforzare
le nostre lotte in difesa della terra. Il nazionalismo ha sempre giustificato
guerre, carceri, saccheggio di terre e omogenizzazione. Crediamo nell’auto-
organizzazione e nell’azione diretta e vediamo in molte lotte contadine e
indigene un buon esempio di questo. L’autonomia permette la partecipazione di
tutti e tutte nella presa di decisioni, evitando la concentrazione e l’imposizione
del potere. Appoggiamo e sosteniamo le forme autonome di gestione collettiva
del territorio che sono esistite ed esistono in diverse epoche e luoghi, fuori
dalle logiche dello Stato e del Capitale. Attualmente, ci vendono il mito dello
sviluppo nella sua versione sostenibile e il capitalismo verde come soluzione alla
chiamata crisi ambientale
sfruttamento-produzione e
Soltanto la lotta contro
veramente libera, senza
viventi e sulla terra.
senza mettere in discussione le dinamiche di
consumo che sostengono la nostra marcia società.
ogni forma di potere ci permetterà una vita
il dominio fra esseri umani, sugli altri esseri