Sugli ultimi fatti di Verona

Ciao a tutti, vi riporto un raccapricciante e grottesco articolo che riassume le ultime fasi dell’avventura dello scrostino, leggetelo.
Adesso, va bene le minacce da parte del Blocco, sono fascisti e devono fare la loro parte di merda. Va bene i piagnistei da parte di Ruffo, è scemo e deve fare la sua parte di merda. Quello che non va bene è che una giornalista inventi e travisi fatti per fare la sua parte di merda ovvero quella che ti tira fuori l’analisi arguta e super partes, dimostrando invece di non essere ne l’una ne l’altra cosa.
Tipo la baggianata che sul logo di Good Night White Pride ci sarebbe un ragazzo con lo skate palese richiamo all’assassinio di Nicola.
Cazzate. Nessuno skate, nessun richiamo. Per favore Angiola i morti lasciali in pace. E quando traduci cose come “White pride” premurati di specificare il violento e razzista contesto storico dal quale questo slogan neonazista scaturisce ed al quale è legato e vedrai che il suddetto logo assume tutt’altro significato, anche se certo, in questo contesto cittadino certi estremismi di destra vanno sempre difesi, mica vorremo andare contro alle tradizioni proprio sotto Natale?
Vabbè tanto fra un pò è l’ultimo dell’anno e buonanotte 2010.
E buonanotte al giornalismo.
E buonanotte orgoglio bianco del cazzo.

Pagli-(A)

ANTAGONISMO POLITICO «Scrostini», azione contro la destra
Il Blocco: «Piccoli vili partigiani» Verona, i militanti di Abia tappezzano
la città con un logo in cui viene aggredito un uomo con la celtica. Minacce
via mail dai «fascisti del terzo millennio»

Gli «scrostini» in azione in centro a Verona

VERONA—Nelle intenzioni, a partire dall’acronimo Abia, il tutto era alquanto «ironico». Peccato che, questa volta, l’ironia la si debba cercare con il lanternino. Da entrambe le parti. E la cosa non sia per nulla di buon auspicio, in una città come Verona dove l’antagonismo politico – che sia di destra o di sinistra – fa proprio quello. L’«antagonismo». Vale a dire la contrapposizione, a livello politico. Che questa volta, però, i toni li ha assolutamente alzati. E senza distinzione di parte. Il tutto è nato, appunto, da un’azione dell’Abia, l’«allegra brigata iconoclasta antifascista». Un’azione in tema con le festività, per «un bianco Natale grazie allo scrostino». In sostanza il 23 dicembre alcuni «volontari nella lotta alla propaganda neofascista», armati di raschietto, hanno ripulito il centro storico da scritte e manifesti, «spazzatura cartacea» di Blocco Studentesco, Casa Pound e Forza Nuova. Piazza Isolo, ponte Nuovo, via Cappello, piazza Erbe, via Mazzini, piazza Bra e corso Porta Nuova.

«Un bel gruppo di persone – ha fatto sapere l’Abia – all’opera per un vero regalo fatto alla città. Davvero un bianco Natale, muri, cartelli, grondaie, segnali stradali senza più simboli neofascisti. Un lavoro che dovrebbe fare chi è pagato dai cittadini, ma gli scrostini veronesi armati di spatole e tute hanno “tappato il buco” e lo faranno ancora… ». Beh, fin qui l’«ironia» c’è stata tutta. Ma solo fino a qui. Già, perchè le cose sono andate ben oltre l’azione «ripulitrice » degli scrostini. Almeno – e per fortuna al momento – solo a parole. Perchè chi di volantini antifascisti ripulisce la città, poi ne piazza di suoi. In questo caso un ciclostilato in cui si «pubblicizzava» l’azione. Con, sul fondo, tre loghi. Quello del circolo Pink, quello di Libera Cafè e quello di «Good Night White Pride».
Tradotto «buonanotte orgoglio bianco» e, per chi ancora non capisse, «accompagnato» dal disegno di un uomo con uno skateboard tra le mani intento a tirarlo addosso a un’altra figura a terra con sul petto una croce celtica.

Nessuno pensa a un caso, quando ci si ricorda che lo skate era lo sport preferito da Nicola Tommasoli. Tutt’altro che un logo «ironico» e «goliardico», insomma. Pochi giorni dopo sulla posta elettronica del Circolo Pink è arrivato un messaggio, inviato dall’indirizzo di Blocco Studentesco, braccio universitario di CasaPound. E qui d’ironico non c’è proprio nulla.
Anzi. «Cari Involtini annoiati dalla vita – si legge – Complimenti per la vostra piccola vile azione. Qualche buon passante osservatore ci aveva avvisato di quello che stavate facendo ma non siamo stati fortunati e non vi abbiamo incrociato. Sarebbe stato interessante capire insieme il buon operato degli scrostini. Chissà se la brigata dopo sarebbe stata ancora allegra. Vabbè, cari piccoli neo partigiani, infami e vili come i vostri predecessori, buone feste e buon capodanno. Godetevelo dato che è stato molto fortunato… questa volta».

La minaccia è qualcosa di più che una venatura, in questo caso. «Una stupidissima risposta a una stupidissima provocazione», spiega il coordinatore regionale di CasaPound, Marcello Ruffo. Stupida mica tanto, visto che qualcuno ci è cascato. Tant’è. A far infuriare i «fascisti del terzo millennio» è stato in particolare il logo di «Good Night White Pride».
«Sono loro i primi a minacciare con certi disegni – continua il pretoriano veronese -. Noi a calci in faccia non abbiamo mai preso nessuno. Questa volta abbiamo risposto perchè è ora di finirla. Chi dà loro il diritto di definire la nostra “spazzatura”? Di sputare sulle vetrine dei nostri locali, di lasciare i fiammiferi sulle saracinesche? Il diritto alla piazza, al dissenso, è innegabile per tutti. Per noi e per loro. Vengano nella nostra sede, al Cutty Sark e parliamone».

Il fatto è che di distinzioni tra CasaPound, Forza Nuova e altro a chi fa parte dell’Abia poco importano. «Sono tutti estremisti di destra».
Definiscono «ironici» l’azione e il logo, rivendicano di non aver mai fatto «attachinaggio» in centro storico. Di un «confronto » neanche a parlarne.
Rimane quel vecchio detto che le «parole sono pietre». Sia quando sono scritte sui muri, che quando vengono volantinate o «racchiuse» nel disegno di un logo. E quando vengono postate via mail. Basta che le pietre rimangano parole e non diventino altro.

Angiola Petronio