“Uccisi dal profitto, giustiziati dallo stato” è la sintesi (oltre al titolo del nostro striscione) della manifestazione svoltasi a Bassano del Grappa il 25 giugno. Corteo di protesta contro l’infame sentenza di assoluzione (il fatto non sussiste) che il tribunale di Bassano del Grappa ha concesso agli ex proprietari dell’ormai notissima fabbrica di veleni Tricom Galvanica PM.
I padroni dell’ex fabbrica di Tezze per anni si sono arricchiti sulla pelle degli operai risparmiando sulla sicurezza in nome del profitto e hanno volontariamente reso il luogo di lavoro una fabbrica di veleni. E non di poco conto è stato il danno ambientale. Le sostanze nocive colpiscono prima i lavoratori e poi il territorio. Come sempre, la sete di profitto colpisce gli sfruttati.
Se questo processo poteva aiutare a far luce su anni di sfruttamento, in realtà è diventato l’ennesima dimostrazione che lo Stato, rappresentato dai giudici del tribunale di Bassano, è complice e solidale con gli interessi economici della classe padronale. D’altronde, era una pia illusione credere che sarebbe andata molto diversamente e anche in caso di sentenza opposta, sarebbe stata un’elemosina che al massimo avrebbe avuto il retrogusto del contentino post mortem.
Non è certo un loquace De Magistris “de casa nostra” a cambiare la situazione di continuo sfruttamento e avvelenamento perpetrata sulle nostre vite, ne’ tantomento interrogazioni parlamentari pubblicizzate con un ottimo marketing politico e neppure i cambi di poltrona all’inutile parlamento Europeo. Dobbiamo risvegliare le coscienze, indignarci non per elemosinare qualcosa ma per costruire un diverso modo di vita, lavoro e socialità. Le fabbriche di veleni le devono chiudere gli operai non i tribunali!
Per quanto ci riguarda, noi la “sentenza” l’abbiamo emessa da molto tempo: padroni e giudici colpevoli!
Breve nota politica. Un migliaio i solidali scesi in piazza. L’adesione alla manifestazione è stata trasversale con buona presenza di individualità anarchiche e antagoniste bassanesi e padovane. Al corteo mancavano i sindacati gialli CISL, UIL, come sempre quando si tratta di alzare la testa, e partiti con una certa rilevanza nel territorio comunemente considerati di “sinistra” come PD e Sinistra e Libertà, sintomo questo di un malessere nei confronti delle lotte autorganizzate dal basso e non controllabili direttamente dai partiti. Era presente l’Italia dei Valori che, coerentemente con l’attuale linea di partito, ha lasciato il corteo in segno di protesta per alcuni “rumorosi” petardi lanciati dalla coda al corteo che hanno spezzato il loro clima di pace comune. Giustamente la protesta contro anarchici e comunisti antagonisti è più urgente della protesta contro chi ha scientemente rovinato e distrutto vite e dignità di tante persone.
Da notare la presenza di simpatizzanti “No Tav” che rimarcano lo stretto legame che intercorre tra i comitati in difesa della salute e del territorio e i movimenti di Resistenza della Val Susa. Una lotta contro le lobby del potere condivisa da entrambi i movimenti.
Alla fine della manifestazione qualcuno ha ricordato al tribunale di Bassano la sua complicità con i padroni assassini, una decina di chiazze di vernice rossa sono sorte sulla facciata principale del palazzo.
Collettivo Linea di Confine
Individualità Anarchiche