Apprendiamo con gioia che il Centro di Identificazione ed Espulsione di Gradisca è stato distrutto per mano degli stessi reclusi. Frutto delle politiche di controllo sociale e segregazione dell’U.E. e dei relativi stati nazione i C.I.E. sono non luoghi per non persone. Al loro interno, i migranti “colpevoli” di non avere un pezzo di carta chiamato permesso di soggiorno vengono ammassati a centinaia in piccole celle e sono costretti a condizioni di vita estenuanti. Vi sono infatti testimonianze che spesso venga servito loro cibo avariato condito da psicofarmaci per tenerli buoni e numerosi sono i casi di pestaggi da parte dei secondini e episodi di autolesionismo.
Liberi tutti, fuoco alle gabbie!