Comunicato sul petardo a Casa Pound di Verona

Nella notte del 14 Febbraio qualcuno ha collocato un grosso petardo davanti alla vetrina della sede di Casa Pound di Verona.

Tutti i principali quotidiani locali (Corriere del Veneto, Il Verona, D-News, L’Arena etc.) fanno quadrato e puntano il dito contro gli “anarchici cattivi” che, per loro definizione, mettono le bombe.

L’occasione per attaccare la nostra rete di comunicazione, indicandoci tra le righe come i mandanti morali, è il comunicato per il presidio antifascista contro l’appoggio dell’amministrazione Tosi a
Casa Pound che conta, lo ricordiamo, tra le sue file personaggi che professano apertamente idee fasciste.

Personaggi come Miglioranzi, il capogruppo per la lista Tosi in giunta,fiamma tricolore (ex) veneto fronte skinhead ed ex batterista dei gesta bellica, responsabile della concessione della sala pubblica a Casa Pound o Tosi stesso, che sfilava con loro e gli integralisti cattolici contro gli omosessuali sono solo un triste esempio.

Gli stessi gionali che, condannando senza se e senza ma la violenza, stranamente si dimenticano degli accoltellamenti, i pestaggi e le false denuncie a danno dei compagni da parte dei fascisti.

Aranea è una rete veneta di comunicazione anarchica che già si è espressa in passato sul rumore di certe pratiche spettacolari.La nostra azione è quotidiana e silenziosa, fuori delle logiche della “guerra tra bande” o degli slogan. Lasciamo il chiasso e gli schiamazzi della politica politicante ad altri.

Da tempo ci impegniamo a smascherare le infiltrazioni fasciste, con il loro carico di razzismo, sessismo, violenza e odio.Purtroppo il terreno culturale è per questi figuri sempre più fertile, soprattutto in città come Verona, nelle quali le istituzioni appoggiano alla luce del sole i gruppi neofascisti. La città dove è stato assassinato Nicola Tommasoli.
Questo è il senso del nostro “stanarli ovunque si nascondano”.

Che certi giornalisti non brillino per acume e intelligenza è cosa nota, infatti dimostrano ancora una volta di non aver capito (o non voler capire) nulla dei nostri comunicati.
Succede in questo modo che si spara nel mucchio, si creano ambiguità, si dicono falsità.

Cose che nei mezzi di informazione e nei think tanks di mezzo mondo avvengono sistematicamente e
quotidianamente. Al di là della correttezza e dell’etica di certi giornalisti, la cosa che dovrebbe portare a riflettere è che tali falsità possano giungere a legittimare coloro che invece non dovrebbero avere alcuna agibilità.
Fascisti in primis.

ARANEA – Rete veneta di comunic-azione anarchica

Solidarietà ai compagni accusati di antifascismo a Rovereto

Solidarietà ai compagni anarchici che a Rovereto sono stati accusati di un terribile reato: Resistenza. Oggi come allora le accuse di Resistenza al fascismo rimangono e se essere accusati di “condotta morale riprovevole” o  di essere “insuscettibili al ravvedimento” per il potere è reato, per noi significa romper le catene delle menzogne e del revisionismo storico.

La strumentalizzazione delle foibe da parte di un fascismo strisciante e vittimista non può essere ignorata e sottovalutata.

Cari compagni nessuno rimarrà in silenzio, tutti siam chiamati a difendere la verità e ricordare che il fascismo in qualunque veste si presenti NON PASSERA’!!

A pugno stretto ribadiamo tutta la nostra solidarietà ai compagni accusati di antifascismo in particolare a Jeppo Ivan e Poza attualmente reclusi nelle patrie galere.

anarchiche e anarchici di ARANEA – Rete veneta di comunic-azione anarchica

Perche’ non ci stiamo

A proposito della manifestazione “anarchica” del 22 maggio e del gruppo formatosi sul social network facebook

I compagni più tecnofobi forse non sapranno dell’effervescenza (reale o fasulla) dei gruppi nati su facebook. Uno di questi, intitolato “per una manifestazione anarchica nazionale”, si è proposto non solo come documento accozzaglia di concetti e fraseologia di estrema destra, ma “avanguardia” di una estemporanea manifestazione anarchica su scala nazionale, il cui tema portante puntava su una sorta di autoreferenzialità libertaria. Un gruppo in grado di contare più di mille iscritti –tra i quali anche autentici libertari e persone ingenue ma in buona fede-  e quindi di coinvolgere più persone su parole d’ordine pericolosamente ambigue analoghe alle tematiche care alla destra dei “fascisti del terzo millennio”, come ad esempio quella del “signoraggio”.

Per di più, analizzando i profili degli amministratori/promotori dell’iniziativa, sono saltati fuori link e contatti con svariati siti propagandistici dell’ideologia nazional-socialista e comunitarista che non sono altro che ricettacoli di testi e scritti dei guru della Nuova Destra come De Benoist, Massimo Fini, Dugin, Junger, ecc.

L’illusione di utilizzare un social network quale facebook come strumento di comunicazione antagonista, oltre al fatto di utilizzare la piattaforma commerciale di Murdock, è pericolosa perchè si può controllare cosa un utente scrive e con chi si relaziona, mentre permette un insidioso anonimato a chi vuole pescare nel torbido.

Noi vogliamo smascherare certo linguaggio come futuro contributo e strumento contro il neofascismo più criptico. Il comunicato d’indizione del corteo non era stato nè discusso nè condiviso con nessuna delle realtà anarchiche e libertarie di lingua italiana. Infatti la dinamica decisionale ha riproposto il solito copione autoritario di decisioni prese dall’alto e di contenuti paracadutati chissà da dove. Grave il fatto che un “manifesto anarchico” sia stato scritto da un fascistoide, ma ancora più grave è che sia stato accettato anche da libertari. Questo sarebbe l’ennesima riprova che è del tutto inutile dare la caccia ai nazi pelati per strada, quando poi l’ideologia dell’estrema destra l’abbiamo già ingoiata e assimilata senza neanche rendercene conto.

DISARTICOLAZIONE DEL TESTO

Un mondo in balia di misteriosi gruppi d’interesse e lobby segrete, nonché vittima di oscuri complotti ebraici.

La difesa di non meglio precisati popoli contro i meschini obiettivi della dittatura delle Banche Centrali.

Signoraggio, strozzinaggio e minoranze malvagie contro popoli, occidentali e sacralità della natura.

Mancanza di una analisi critica, ed in particolare una qualsiasi analisi anarchica.

Nel complesso l’uso criptico del linguaggio si rivela lo strumento più potente nelle mani del fascistume “anti-sistema”.

È sufficiente tuffarsi nell’incredibile galassia nera (pardon bruna) di internet per notare la continuità terminologica fra picchiatori nostalgici e nuova meta-politica dei « manganelli parlanti ».

Il linguaggio espresso in quest’ennesimo tentativo d’infiltrazione linguistica di matrice neofascista segue la triade: popolo, complotto, sovranità. Un insieme di parole chiave che nel complesso vuole creare confusione e permeato da un’esplicita tensione moralista.

Un rigurgito di simboli, slogan e parole d’ordine per affermare con un linguaggio complottistico e mitologico l’identità di un gruppo (popolo, etnia, razza…) anche impadronendosi del nostro ideale di libertà. Ad introdurre alla scaltra terminologia neofascista gli utenti di facebook i «differenzialisti » (non più razzisti !) i sofisticati  « egualitaristi qualitativi » (non più sadici autoritari !).

Ad esprimere l’identitarismo becero in forma di « popolo » fu già Mussolini nel suo tentativo d’adombrare il concetto di « classe » e far così risaltare l’elemento nazionalista. Dalla lotta di classe alla « lotta di popolo » (nome di uno dei primi gruppi criptofascisti post ’68). « Popolo » é una delle parole magiche, di tutte le destre, da cui fanno discendere i loro sporchi valori tradizionali, religiosi e di sangue (da difendere ad ogni costo!). L’anarchico é l’espressione politica di un individuo, non la cellula base di un corpo sociale inesistente come « il popolo ».

Il « complotto giudaico massonico e della plutocratica Inghilterra » si tramuta così in caricaturali « strozzini » contro i popoli , contro noi « occidentali » ! « Grande Distribuzione Organizzata » pronta ad introdurci a fantastici nemici come l’NWO (« New world order »).

Gli anarchici non usano pseudo teorie economiche come il « signoraggio bancario ». La teoria del «servaggio» è emblematica. Figlia di Pound e fatta propria da tutta la fascisteria postmoderna: il nemico non é più il capitalismo, la legge del profitto, il sistema di produzione dominante e la conseguente divisione in classi. Il nemico diventano le banche (ovviamente sinonimo di ebrei) e in tal modo pure il padrone può trovarsi d’accordo con l’operaio contro l’«usura» bancaria. Il nazismo è nato esattamente così!!

L’anarchismo é materialista non spiritualista. Noi anarchici ripudiamo in modo assoluto un linguaggio alla Forza Nuova fondato sull’« anticapitalismo razzista » di chiara matrice antisemita (e che tuttavia permette a gruppi come quello di Fiore di stringere alleanze neo-liberal con Berlusconi). Siamo anticapitalisti perché la miseria del quotidiano é dovuta a relazioni economico-sociali squilibrate, siamo contro lo Stato perché vogliamo denunciare la nocività di rapporti basati sulla gerarchia e sull’autoritarismo ad ogni livello.

«Sovranità» é dunque un termine incompatibile con l’idea che abbiamo di libertà… perché riguarda gli Stati: non dovrebbe esistere un insieme d’individui che ne esclude altri in base a discrimianzioni anche «soft » come quelle culturali.

Non siamo parte di un popolo intento a recuperare la sovranità di un dato territorio contro oscuri poteri stranieri: i primi oppressori da cui liberarsi sono tricolorati.

Dove sono invece i temi dell’antisessismo, dell’antirazzismo, della critica allo stato e al capitale?

Tra l’altro, il richiamo alla «sacralità della natura» è un argomento usato pure dagli antiabortisti, dagli sprangatori omofobi e dai fondamentalisti!

Per non parlare della necessaria critica anticarceraria: neppure Pannella introdurrebbe il tema delle gabbie per immigrati e autoctoni partendo dal loro eccessivo «affollamento» !

Simili argomentazioni appaiono voler manganellare il nostro cervello prima ancora dei nostri corpi.

Razzisti, fascisti, sessisti, bigotti reazionari e sbirri del pensiero: la vostra merda non attacca ! Nel virtuale come nelle strade ci saremo sempre per smascherarvi e resistervi!

Preoccupati dal fatto che alcuni compagni/compagne ci siano miseramente cascati invitiamo ad un maggior spirito critico!! Facebook e la faciloneria con cui si formano certe iniziative é pericolosa ma altrettanto pericolosa é la nostra incapacità di comprendere le ramificazioni del potere e le forme recuperate dal fascismo.

Invitiamo quindi tutte le componenti anarchiche ad accogliere con il massimo scetticismo qualsiasi comunicato o iniziativa che non provenga DIRETTAMENTE da realtà autorganizzate e autogestite  e a dotarsi di seri strumenti di analisi per smascherare queste tentativi d’intossicazione: tutto questo non è solo necessario ma costituisce modalità attiva di LOTTA! Nessuno spazio per questi gruppi neofascisti e per TUTTI i loro affiliati!

Link

Gruppo Anarchia. Evento del 22 maggio a Roma: http://www.facebook.com/group.php?gid=395317665330

Manifesto-piattaforma dell’evento:  http://www.facebook.com/topic.php?uid=395317665330&topic=14750

Sito del gruppo promotore: http://r-esistiamo.blog.excite.it/

ARANEA – rete veneta di comunic-azione anarchica

Staneremo i fascisti da ogni buco, anche se protetti dall’amministrazione comunale di Verona

Notiamo con disprezzo come i fascisti della peggior specie, in questo caso Casapound Verona, cerchino disperatamente di nascondersi dietro le istituzioni per diffondere la loro ideologia fatta di violenza e razzismo.

E’ la prassi trita e ritrita che in terra veneta conosciamo bene: darsi un’immagine innovativa e non conforme per poi finire sotto l’ombrello delle istituzioni per lagnarsi e ottenere favori secondo le convenienze del momento.

Non risparmiano neanche le tragedie umanitari come il terremoto in Abruzzo e anzi, come sciacalli, colgono ogni occasione buona per mascherare la loro becera ideologia neofascista tendendo a spettacolarizzare ogni loro iniziativa con il fine implicito di muovere il carrozzone mediatico che essi stessi denigrano per ottenere, come in questo caso, patrocini e appoggi per le loro iniziative.

Riteniamo gravissimo l’appoggio dell’amministrazione Tosi, che dimostra ancora una volta, come lui e la sua giunta siano in realtà in stretto contatto con l’universo reazionario della città veronese, arrivando
persino ad appoggiare iniziative di gruppi dichiaratamente fascisti.
Riteniamo scandaloso anche che uno dei relatori si firmi come membro della “Protezione Civile”, cercando così una legittimazione e un “viso pulito”.

I neofascisti in questione, che per chi non lo sapesse si sono nascosti dietro l’associazione studentesca “Progetto Abruzzo”, ottenendo dall’ Università di Verona un patrocinio con un cospicuo importo (pare si parli di 900 euro).
Ciò non bastasse il suddetto gruppo ha utilizzato il logo dell’università e ha disposto di un’aula gentilmente concessa dall’Ateneo.

L’Università, scoperto il trucchetto e messa alle strette da più parti, ha in seguito tolto il patrocinio, prontamente offerto poi da Tosi e Co.

Martedi’ 2 Febbraio, infatti, alle ore 17:00 in Sala Farinati della Biblioteca Civica di Verona celebreranno questa farsa.

Così, ancora una volta, i servi dei padroni, utilizzando le solite tecniche mimetiche,da una parte riescono impunemente a fare i loro sporchi giochi, dall’altra ottengono alla luce del sole pieno appoggio dalla giunta cittadina.

Il ducetto di turno da il contentino ai suoi scagnozzi. Manodopera a basso costo.

Gli anarchici non dimenticano le violenze subite da parte dei fascisti quindi li staneremo ovunque si nascondano e nonostante la protezione delle istituzioni.

Aranea-Rete Veneta di comunic-azione Anarchica

Aranea e le bombe

Il  fantomatico attentato all’Università Bocconi di Milano ha riportato alla ribalta gli anarchici in veste di “bombaroli”, l’unica veste con la quale i mezzi di (dis-)informazione sembrano volerci vedere e considerare.

Osserviamo che certe azioni “dirompenti” seguono una logica spettacolare del tutto incompatibile con una vera critica radicale nei confronti di un sistema di controllo e oppressione. Il sistema è fondato proprio sulla politica-spettacolo e quindi queste sono quanto di più lontano dalla nostra concezione di lotta.

Di certo sono ottimi pretesti per far passare in secondo se non terzo piano la continua opera di smascheramento e denuncia del potere capitalista da parte degli anarchici.
Consideriamo il capitalismo, infatti, il vero terrorista e portatore di morte sia fisica che intellettuale.

Ancora una volta simili atti diventano anche l’alibi per dare un’accelerata alle misure repressive e liberticide che già erano nell’aria.

Sono leggi che una volta passate sarà ben difficile vedere abrogate e che potranno in futuro essere usate da chiunque di qualunque colore politico contro chiunque, mentre la colpa della loro esistenza potrà essere sempre ascritta “ai soliti quattro anarchici bombaroli” o all’azione di un “pazzo” che ha osato rovinare il lifting del presidente del consiglio.

Notiamo che nessun telegiornale ha dato la notizia, nemmeno per sbaglio, del comunicato della FAI, la Federazione Anarchica Italiana.
Si è creato, così, gioco facile alla generazione di confusione e fraintendimenti in chi non ha altri modi, oltre ai mezzi di comunicazione principali, per informarsi.

La nostra piena solidarietà quindi alla Federazione Anarchica Italiana,
oggetto di diffamazione e criminalizzazione, così come nei confronti di tutti i compagni vittime della  repressione statale.

Aranea- Rete veneta di comunic-azione anarchica

Sabato 19 Dicembre: a Udine e Torino!

CON LE UNGHIE E I DENTI: DIFENDIAMO L’AUTOGESTIONE SOCIALE

L’Europa delle polizie nacque all’inizio degli anni Settanta quando gli Stati della Comunità europea iniziarono a promuovere una serie di forum intergovernativi in tema di collaborazione per la “sicurezza interna”, il primo risultato fu l’accordo per costituire i gruppi della Commissione TREVI, nome ispirato dalla famosa fontana romana e poi divenuto l’acronimo di “Terrorismo, Radicalismo, Estremismo e VIolenza”.

Nei primi anni Novanta, mentre nei paesi europei si assisteva ad un consistente aumento delle occupazioni di case e di centri autogestiti, la Commissione TREVI pianificò un duplice intervento repressivo e di controllo sociale. Da un lato, fu deciso di favorire i processi di normalizzazione e legalizzazione delle occupazioni disponibili al dialogo con le istituzioni e i partiti; dall’altro venne concordata una linea repressiva volta a stroncare con la forza il movimento autogestionario e le occupazioni irriducibilmente antiautoritarie.

In Italia, questo doppio binario ha visto quindi la legalizzazione di gran parte dei centri sociali dialoganti, anche se si dichiaravano antagonisti o disobbedienti, mentre per gli spazi liberati e di autentica autogestione che non stanno alle regole del gioco continua l’infinita serie di sgomberi, fogli di via, denunce, manganellate, condanne.

Crediamo quindi che quanto accaduto in queste ultime settimane a Trento, Torino e Udine sia emblematico di questo meccanismo disciplinare che, peraltro, si accompagna alla retorica attorno alla sicurezza e alla legalità.

Chi non riconosce l’ordine del potere e non accetta i suoi ricatti, diviene una realtà da cancellare.

Per questo esprimiamo la nostra convinta solidarietà con tutte le occupazioni minacciate da sgomberi e ritorsioni legali e, aderendo alle 2 manifestazioni in difesa dell’autogestione e contro la repressione antianarchica che si terranno a Torino e a Udine il 19 dicembre, cercheremo di essere presenti ad entrambe portando la nostra volontà di resistenza.

Ben venga l’anarchia, perchè l’ordine non ha funzionato.

ARANEA – rete veneta di comunic-azione anarchica

Per un 12 Dicembre resistente

Noi partigiani non siamo in congedo, siamo ancora mobilitati. Il nemico che avevamo ieri l’abbiamo anche oggi, il fascismo purtroppo è ancora vivo, ma il partigiano di ieri e il partigiano di oggi sono uniti per la lotta contro questo nemico della classe operaia.

(Sebastiano Favaro, Bastian, partigiano della divisione Pasubio. Da un’intervista raccolta a Dolo, 1975)

Non si può fingere che il nostro nemico principale fosse solo il tedesco e non soprattutto il fascismo e la Repubblica Sociale italiana […] Io il periodo partigiano l’ho vissuto con la consapevolezza di stare combattendo una guerra civile, non ne ho mai avuto il minimo dubbio e sono orgogliosa di avere partecipato a una lotta per la libertà che, proprio perché c’è stata continuità dello stato tra fascismo e post-fascismo, è ben lungi dall’essere terminata.

(Flavia Tosi, partigiana veneta)

La provocatoria proposta fascista di confinare il monumento al Partigiano nel Parco delle Rimembranze a Mirano somiglia per alcuni aspetti al tentativo di rimuovere o modificare la lapide che a Milano ricorda Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico che aveva partecipato alla resistenza come staffetta partigiana, ucciso innocente nella Questura di Milano quella notte del 15 dicembre 1969, quattro giorni dopo la strage di Stato in piazza Fontana. Fermato illegalmente su ordine del commissario Calabresi, era stato sottoposto ad interrogatorio per quattro giorni e quattro notti nel tentativo di incolpare lui e gli anarchici di quell’attentato ordito da servizi segreti ed estrema destra.

Alcuni monumenti, evidentemente, testimoniano verità storiche più pesanti del marmo; per questo vogliono eliminarli, nel tentativo di annullare la memoria sociale e isolare coloro che mettono ancora in pratica l’opposizione al fascismo, affrontando la repressione statale. Da Verona a Torino, da Napoli a Milano, da Padova a Pistoia, sono infatti centinaia gli arresti e le denunce contro chi non si piega al fascismo, all’omofobia, al razzismo che stanno avvelenando il nostro presente.

LA LIBERAZIONE NON E’ UN MONUMENTO: RESISTENZA E’ ORA!RABBIA E SOLIDARIETA’ PER LE COMPAGNE E I COMPAGNI DETENUTI O INQUISITI PER ANTIFASCISMO

Aranea – Rete veneta di comunic-azione anarchica

Mostra Helios Gomez

LA GRAFICA RIVOLUZIONARIA DI HELIOS GOMEZ

Una mostra densa di emozione e interesse quella dedicata all’opera grafica del pittore e disegnatore Helios Gòmez Rodriguez (Siviglia, 1905 – Barcellona, 1956), spagnolo di origine rom, collaboratore efficacissimo di numerose testate antifasciste, anarchiche e comuniste, tra le quali: Páginas Libres, Berliner Tageblatt, L´Opinió, La Ramala, La Batalla (organo del Poum), L´Hora,  Bolívar y Nueva España, Mundo Obrero, Drapeau Rouge… Ancora giovanissimo fece il suo apprendistato tecnico e politico come operaio pittore ceramista in una delle numerose fabbriche sivigliane, seguendo dei corsi alla Scuola di Arti e Mestieri della città. Proprio allora aveva conosciuto l’anarchismo all’anarchismo e subito aderito alla CNT.

Alla sua opera artistica, anche in ambito poetico, unisce infatti per tutta la vita un’irriducibile attività rivoluzionaria, tanto da rispecchiare perfettamente le parole di Jean Cassou per il quale era artista por ser revolucionario y revolucionario por ser artista.

Nel  1927 è costretto a lasciare la Spagna per ragioni politiche, riparando a Parigi e quindi da qua, dopo essere stato espulso per la sua partecipazione al movimento a favore di Sacco e Vanzetti, si rifugia a Bruxelles visitando anche Amsterdam, Vienna, Berlino e Unione Sovietica. Nel 1929 si stabilisce a Berlino, dove agli inizi del 1930, viene pubblicata la sua prima raccolta di lavori (Dias de ira) su iniziativa dell’organizzazione internazionale anarcosindacalista AIT. Alla caduta della dittatura di Primo de Rivera, rientra a Barcellona sul finire del 1930 aderendo prima alla Federazione Comunista della Catalogna e delle Baleari (da cui è presto espulso) e l’anno successivo al Partito Comunista Spagnolo. Incarcerato a Madrid nel 1932, approfitta della libertà provvisoria per fuggire a Bruxelles e da qui a Mosca risiedendovi un paio d’anni, sino al rientro a Barcellona nella primavera del 1934 per riprendere l’attività artistica e rivoluzionaria.

All’inizio della guerra civile è sulle barricate di Barcellona e aderisce subito all’Alleanza degli intellettuali antifascisti di Catalogna; è anche fondatore, promotore e primo presidente del Sindacato dei disegnatori professionisti di Barcellona, creato nell’estate 1936. Nominato commissario politico della UGT, organizza la Colonna Ramón Casanellas partecipando alla spedizione per liberare Ibiza e Maiorca e combattendo sul fronte di Aragona.

Dopo una presumibile rottura col comunismo autoritario, assume quindi l’incarico di “Miliciano de Cultura” della 26ª Divisione, ossia di responsabile culturale dell’anarchica Colonna di Ferro, curando a Barcellona una mostra dedicata proprio alla figura di Durruti. Tra i vari incarichi svolti c’è pure quello di arruolare un battaglione di cavalleria gitana. Nel 1939, con la fine della Repubblica, è profugo in Francia. Internato nei campi di concentramento in Francia e nell’Algeria francese, riesce a fuggire dall’infernale campo di Djelfa.

Rimpatriato nel maggio 1942 prende parte alla lotta clandestina contro il regime franchista. Arrestato di nuovo, viene incarcerato, senza sentenza ne condanna, per 8 anni nella galera “Modelo” di Barcellona, città dove muore poco dopo la sua liberazione. Durante la prigionia dipinge la “Cappella gitana” in una cella attigua alla sezione dei condannati a morte; opera ancora oggi esistente seppure sotto una mano di vernice bianca.

La mostra “Helios Gómez: opere grafiche”, a cura della Associació Cultural Helios Gómez (www.heliosgomez.org) e di Felice Gambin (docente di Letteratura spagnola) è visibile presso a Verona presso la Biblioteca Arturo Finzi in via S.Francesco 20, dal 26 novembre al 22 gennaio 2010. Seppure poco pubblicizzata raccoglie alcune delle opere più significative, tutte in un suggestivo bianco e nero che ricordano quelle di altri due grandi artisti rivoluzionari coevi: il franco-belga Frans Maserel (1889-1972) e il tedesco Gerd Arntz (1900-1988). In particolare, davvero significative le tavole di feroce critica anticlericale nonché l’attenzione rivolta alla figura della donna rivoluzionaria, proletaria o miliziana in armi, certo non scontata in un panorama culturale che, seppure di sinistra, raramente accettava l’immagine della donna come soggetto protagonista.

Bassano 1944 – 2009: Gli alberi ricordano ancora

Può apparire come una storia lontana dal nostro presente, ma gli alberi del viale dei Martiri con i nomi dei 31 partigiani che vi furono appesi testimoniano quanto in realtà quei giorni di settembre restano vicini a noi, nel tempo e nello spazio.

Eppure, in troppi vorrebbero considerare come una pagina chiusa quanto accadde tra il 21 e il 27 settembre 1944 sul Grappa, a Bassano e in tante altre frazioni.

Nel corso della lunga rappresaglia, secondo alcune stime, furono circa 400 le persone (tra le quali anche ragazzi, anziani e disabili) fucilate, impiccate o arse vive, come resistenti o presunte tali, per mano di reparti nazisti e fascisti; mentre altre 500, catturate durante i rastrellamenti, vennero deportate nei lager.

I boia indossavano le uniformi tristemente note dei peggiori reparti tedeschi tra i quali le SS-Bozen, il Luftwaffen-Sicherungs Regiment Italien, l’Ost-Batallion 263, il Kommando Andorfer delle SS; ma anche le infami divise italiane della Repubblica di Salò appartenenti alla Legione Tagliamento, alle Brigate Nere, alla GNR, alla X Mas.

Dopo la Liberazione, per tali “eroiche” imprese, la cui logica terroristica era quella di stroncare la resistenza di chi si opponeva all’ordine di Hitler e Mussolini, le responsabilità individuali sarebbero state presto cancellate dall’amnistia firmata da Togliatti o sepolte negli armadi della vergogna. Ed ancora oggi si vuole attenuare il ricordo di tale strage in un clima di ipocrita pacificazione nazionale, come testimonia la vergognosa lapide posta sotto il Comune di Bassano in cui, confondendo carnefici e vittime, guerre fasciste e lotta di liberazione, si commemorano indistintamente i “caduti per la patria nelle guerre del decennio 1935 – 1945”.

Da parte nostra, rinnovando la storica e intransigente opposizione anarchica al fascismo, preferiamo ricordare quell’esperienza con le parole della partigiana Flavia Tosi:

“/Non si può fingere che il nostro nemico principale fosse solo il tedesco e non soprattutto il fascismo e la Repubblica Sociale Italiana (…) Io il periodo partigiano l’ho vissuto con la consapevolezza di stare combattendo una guerra civile, non ne ho mai avuto il minimo dubbio e sono orgogliosa di avere partecipato a una lotta per la libertà che, proprio perché c’è stata continuità dello stato tra fascismo e post-fascismo, è ben lungi dall’essere terminata/”.

*PIEGARSI VUOL DIRE MENTIRE *

*RESISTENZA E’ ORA*

Aranea – Rete veneta di comunic-azione anarchica

Sulla questione “Dal Molin”

Nella questione “Dal Molin” siamo arrivati all’atteso e scontato epilogo,
il momento in cui la gente china la testa e si abitua alle bastonate elargite da generali, padroni, politicanti e imprenditori.
Tutto cade come un castello di carte, i “moderati” hanno innalzato all’altare della patria i loro personaggi politici e tornano nel silenzio.
Chi ancora non si arrende, diventera’ la “frangia violenta”, da arrestare e perseguire senza problemi, magari denunciata dagli stessi personaggi che hanno scelto come propri rappresentanti. Il copione, come da tempo siamo stati abituati, rimane sempre il medesimo.
Da parte del movimento e’ stata scelta, a suo tempo, una chiara linea.
Una linea sempre dettata da una logica istituzionale e “democratica”, respingendo e condannando quanti manifestavano
con forza e indipendenza individuale, il loro antimilitarismo.
Ora, visto che l’approccio con la sinistra parlamentare ha fallito, si tenta anche una quantomeno improbabile opera di coinvolgimento del “popolo leghista” in nome di effimeri “comuni valori federalisti”.
Lo stesso popolo leghista che ha acclamato a gran voce le recenti  misure anti immigrazione, le stesse persone che propagandano odio, razzismo, xenofobia contro i più deboli, contro i diseredati, contro coloro che, non avendo colpa alcuna, sono alla ricerca di una vita  migliore.
Come anarchici non possiamo che essere amareggiati per come la libera e indipendente lotta sia stata fin dal principio
allontanata e, seppur non apertamente, osteggiata.
La nostra speranza e’ quella di non assistere, in futuro, a soggetti che egoisticamente strumentalizzano e convogliano la voglia di opposizione rivoluzione sociale.
Tutto questo ci ha comunque insegnato molto, ora abbiamo ben scolpite nelle nostre menti le facce dei compagni dei quali possiamo fidarci e di chi fa il doppio gioco.

Auguriamo a tutti una forte autocoscienza, sempre critica verso tutto e tutti.
“Rete veneta di comunic-azione anarchica” – Aranea