Due pesi, due misure

Lo scorso 13 settembre, in occasione del rituale Padania Day a Venezia, un manipolo di leghisti bergamaschi, in stato di esuberanza alcolica e razzista, entrarono in un bel locale nel centro di Venezia, da tempo gestito da alcuni immigrati, che già l’anno precedente era stato teatro di una scena analoga: altri leghisti, dopo aver mangiato e bevuto, se ne erano andati via senza pagare il dovuto. Quest’anno gli squadristi bossiani invece prima hanno virilmente quanto pesantemente importunato due giovani clienti americane, poi perché erano stati allontanati dai titolari decisero di spaccare tutto e mandare all’ospedale due camerieri, un algerino e un albanese, gridando loro offese razziste; uno dei due ha riportato una prognosi di un mese. Dopo appena qualche indagine, almeno 4 degli aggressori in camicia verde sono stati identificati e recentemente denunciati dalla Digos veneziana per lesioni, danneggiamento e furto, aggravati dalla discriminazione etnica. I quattro aggressori in camicia verde sono risultati essere tutti giovani leghisti della provincia bergamasca, tra i quali un dirigente dei giovani padani, rapidamente scaricati dal partito preoccupato della pessima ricaduta d’immagine.Ora sono in attesa di processo e non ci risulta che siano stati ordinati nei loro confronti provvedimenti restrittivi della libertà; eppure la ben nota imputazione di “Devastazione e saccheggio” era plausibile, visto che per una sede neofascista di Casa Pound messa sottosopra a Pistoia ben 7 antifasciste/i toscani risultano attualmente in stato di arresto proprio con l’imputazione suddetta che prevede pene sino a 15 anni di detenzione.Costituzione di associazione paramilitare: è l’accusa mossa contro 13 appartenenti al sedicente “Autogoverno del popolo veneto”, gruppo venetista, che avrebbero promosso la costituzione di una «polisia veneta» guidata da Paolo Gallina, comandante dei vigili urbani di Cornuda, presso la cui abitazione sono state sequestrate ben 9 pistole automatiche, due fucili e 727 proiettili. Tra gli inquisiti risultano pure Sergio Bortotto, ex agente della Questura di Treviso e designato quale ministro dell’interno dell’Autogoverno del popolo veneto; Eros Biondo, poliziotto in servizio dell’aeroporto di Venezia, e Daniele Quaglia, sino a pochi mesi fa presidente della LIFE. Hanno dichiarato più o meno esplicitamente di non riconoscere lo stato italiano e, in particolare, la legittimità del referendum di annessione del Veneto allo Stato italiano svoltosi nel 1866; eppure nonostante la gravità delle imputazioni, nessuno degli “insorgenti” trevigiani risulta in stato d’arresto.Invece, a Firenze, dopo una serie di perquisizioni numerose presso abitazioni di compagni e compagne appartenenti a centri sociali e non solo, è stato arrestato un antifascista sulla base di un complesso inquisitorio che va dalla detenzione di presunti esplosivi, ai rapporti di solidarietà internazionale, alle iniziative contro la presenza dei fascisti in città, alle iniziative contro Forza Nuova in provincia di Firenze. Il GIP Pezzuti ha pensato bene di tentare la carta dell’aggravante di terrorismo, utilizzando in maniera piuttosto stravagante quanto previsto dal Decreto Pisanu sulla nuova definizione di terrorismo stesso “ Sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto o destabilizzare o distruggere le strutture politiche fondamentali, costituzionali, economiche e sociali di un Paese o di un’organizzazione internazionale, nonché le altre condotte definite terroristiche o commesse con finalità di terrorismo da convenzioni o altre norme di diritto internazionale vincolanti per l’Italia”.Poco da commentare, purtroppo: teoremi già visti, a senso unico.