Alzate le barricate!

Che il primo cantiere Tav debba essere aperto, per la lobby padronale del Tav è ormai un fatto scontato. Deve essere solo deciso quanta polizia e carabinieri impiegare e, in una seconda fase, quanti reparti militari.
Il clima di odio politico verso i movimenti Valsusini ha raggiunto apici di tensione fortissimi con dichiarazioni intrise di disprezzo e infamità. La lobby del Tav ha scatenato una grande campagna mediatica per nascondere le dimensioni e le ragioni dell’opposizione, per screditare il movimento presentandolo come covo di estremisti e sovversivi. All’acuirsi delle tensioni sociali ciclicamente spuntano proiettili puntualmente imbustati da chi ha interesse a screditare e distruggere i movimenti di protesta popolari. Troppe volte nel corso di pochi anni le stesse mani padronali-istituzionali hanno attuato questa strategia per impressionare l’opinione pubblica prima di sferrare l’assalto finale  agli interessi economici tanto ambiti.
Ieri, mercoledì 8 giugno, c’è stato un gran vertice politico-sbirresco in prefettura a Torino con la presenza del ministro degli interni, del capo capo polizia del sindaco e del prefetto che hanno dato per scontata  l’apertura del cantiere alla Maddalena. Tuttavia come riferito dal sito notav.info “L’intera operazione ha assicurato il ministro verrà gestita dalle forze di polizia di cui non verrà fatto risparmio. Punto debole però i costi della sicurezza che, prosegue Maroni, rischiano di diventare superiori al costo dell’opera.” Il PD che chiedeva “alcuni reggimenti di alpini” per militarizzare la Val di Susa, resta dunque a bocca asciutta. Effettivamente è meglio “risparmiare” la reputazione del corpo degli Alpini per missioni omicide nel mondo, tanto la reputazione della polizia è ormai irrecuperabile.
Le contraddizioni del tanto declamato “padroni a casa nostra” gridato ai quattro venti dalla Lega sta venendo a galla. A pochissimi giorni dalla grande battaglia di Resistenza (sicuramente nei giorni del referendum) i movimenti NOTAV hanno già individuati i responsabili politici e morali di quanto accadrà a Chiomonte. Chi sono? Sono tutti coloro che siedono nei sfarzosi palazzi del potere economico, politico e militare.

Finora i Movimenti NOTAV hanno saputo reagire e resistere all’assalto brutale di uno Stato che per i propri interessi non esiterebbe a spazzare via ogni minima forma di dissenso. L’unica medicina è quella di resistere un minuto in più di loro.

Quì è in gioco la libertà di tutti noi. Una libertà che deve essere strappata dalle mani di chi vorrebbe incatenarla ad un palo di un inutile cantiere.

A Chiomonte in Val di Susa sono ben accetti  solidali, in questi giorni più che mai.

Al diavolo il referendum portiamo solidarietà ai NOTAV!
Potete seguire l’evolversi della situazione su questo sito www.notav.info

http://aranea.noblogs.org/