La polizia questa settimana ha ucciso 5 persone durante le proteste contro la miniera Yanacocha nelle provincie di Celendin e Bambamarca nella regione di Cajamarca nel Nord del Perù.
Da un anno campesinas e campesinos insieme a cittadini di Cajamarca e dei dintorni lottano contro il progetto aurifero “Conga” della compagnia miniera Yanacocha di proprietà della Newmont Mining Corporation (Canada), Compañía de Minas Buenaventura (Perù) e della Corporazione Finanziaria Internazionale (IFC). Il progetto Conga prevede l’estrazione di oro da due laghi nella zona altoandina di Cajamarca e la distruzione di altri due laghi che verranno utilizzati come deposito di residui, questi 4 laghi costituiscono la sorgente dei pricipali fiumi della zona.
Da un mese a questa parte nella regione di Cajamarca era stato dichiarato un paro indefinido, un periodo di proteste e di veglia continua ai laghi per impedire l’inizio dei lavori della compagnia, lo stato ha sempre mostrato la sua sottomissione a Yanacocha e inviato in più occasioni polizia e militari per reprimere le proteste. Gli abitanti della regione e soprattutto delle provincie che verranno colpite direttamente dal progetto non si sono fatti intimidire e hanno continuato la loro lotta , a Celendín i primi di maggio un contingente della polizia nazionale è stato cacciato dalla città dai manifestanti. Il giorno 3 luglio la polizia è arrivata a Celendín con l’ordine di sparare ai manifestanti che tentavano di attaccare la municipalidad per dimettere l’alcalde che aveva dato il suo appoggio al progetto Conga e al presidente Ollanta Humala. La violenta repressione ha provocato la morte di tre persone José Silva Sánchez (35), Eleuterio García Díaz (40) e C.M.A di 17 anni, altre 30 sono rimaste ferite. Secondo la stampa nazionale che appoggia il governo e la violenza della polizia due poliziotti sono stati feriti con armi da fuoco usate dai manifestanti.
È stato dichiarato lo stato di emergenza per 30 giorni nelle provincie di Celendin Huangayoc e Cajamarca (sospensione dei diritti di libertà personale, riunione, circolazione, inviolabilità del domicilio e molti altri) questo garantisce la totale libertà alla polizia e la giustifica per ulteriori violenze. Nonostante ciò il 5 luglio le proteste sono continuate in tutta la regione e così anche la repressione, la polizia ha infatti ucciso altri manifestante a Bambamarca.
Secondo i comunicati radio che arrivano dalla regione gli abitanti di Cajamarca sono decisi a resistere e lottare per difendere la loro acqua e le loro terre.
Inivitiamo alla diffusione di informazioni e alla solidarietà con la popolazione di Cajamarca.