Nella questione “Dal Molin” siamo arrivati all’atteso e scontato epilogo,
il momento in cui la gente china la testa e si abitua alle bastonate elargite da generali, padroni, politicanti e imprenditori.
Tutto cade come un castello di carte, i “moderati” hanno innalzato all’altare della patria i loro personaggi politici e tornano nel silenzio.
Chi ancora non si arrende, diventera’ la “frangia violenta”, da arrestare e perseguire senza problemi, magari denunciata dagli stessi personaggi che hanno scelto come propri rappresentanti. Il copione, come da tempo siamo stati abituati, rimane sempre il medesimo.
Da parte del movimento e’ stata scelta, a suo tempo, una chiara linea.
Una linea sempre dettata da una logica istituzionale e “democratica”, respingendo e condannando quanti manifestavano
con forza e indipendenza individuale, il loro antimilitarismo.
Ora, visto che l’approccio con la sinistra parlamentare ha fallito, si tenta anche una quantomeno improbabile opera di coinvolgimento del “popolo leghista” in nome di effimeri “comuni valori federalisti”.
Lo stesso popolo leghista che ha acclamato a gran voce le recenti misure anti immigrazione, le stesse persone che propagandano odio, razzismo, xenofobia contro i più deboli, contro i diseredati, contro coloro che, non avendo colpa alcuna, sono alla ricerca di una vita migliore.
Come anarchici non possiamo che essere amareggiati per come la libera e indipendente lotta sia stata fin dal principio
allontanata e, seppur non apertamente, osteggiata.
La nostra speranza e’ quella di non assistere, in futuro, a soggetti che egoisticamente strumentalizzano e convogliano la voglia di opposizione rivoluzione sociale.
Tutto questo ci ha comunque insegnato molto, ora abbiamo ben scolpite nelle nostre menti le facce dei compagni dei quali possiamo fidarci e di chi fa il doppio gioco.
Auguriamo a tutti una forte autocoscienza, sempre critica verso tutto e tutti.
“Rete veneta di comunic-azione anarchica” – Aranea